"Dov'è che lo ammazzo?" Panico in ospedale, lo zio del bimbo ucciso a Vetralla vuole farsi giustizia da solo
Ieri nella chiesa di Santa Maria del Soccorso, a Cura di Vetralla (Viterbo), si sono celebrati i funerali del piccolo Matias, il bambino ucciso a soli dieci anni lo scorso 16 novembre. Il padre è indagato per il tremendo omicidio. Nella mattina di domenica 21 novembre la reazione clamorosa dello zio del bambino, entrato all’ospedale Belcolle di Viterbo armato di coltello, prima di essere bloccato dai carabinieri.
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L'uomo da quanto si apprende cercava Mirko Tomkow, 44enne arrestato e accusato di omicidio volontario che attualmente si trova ricoverato presso la struttura penitenziaria dell’ospedale Belcolle. "Ditemi dov’è che lo ammazzo", avrebbe detto secondo le ricostruzioni. Tempestivo l’intervento degli agenti della compagnia di Viterbo.
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Il bambino è stato ucciso con una coltellata alla gola. Si trovava solo a casa. A trovarlo agonizzante in una pozza di sangue era stata la madre, Mariola Rapaj. In un'altra stanza della casa il padre, arrestato poco dopo con l'accusa di omicidio volontario. L'uomo aveva un divieto di avvicinamento alla moglie ed al figlio, emesso dal tribunale di Viterbo dopo che la moglie - una albanese di 37 anni - lo aveva denunciato per le violenze commesse sotto effetti dell'alcol.
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La furiosa reazione dello zio del piccolo arriva il giorno successivo alle esequie del bimbo a Cura di Vetralla. "Chiediamo perdono se non abbiamo saputo stare vicino alle persone che abbiamo accanto, ad amare come è giusto. Assumiamoci tutte le nostre responsabilità, personali e comunitarie, chiedendo perdono", ha detto don Paolo, il parroco della parrocchia vetrallese. Sono state centinaia le persone presenti. Tra loro, oltre al sindaco Sandrino Aquilani e al dirigente scolastico, anche una rappresentanza del comando provinciale dei Carabinieri e tanti compagni di scuola del bambino ucciso. Alla fine delle esequie sono stati lanciati in aria decine di palloncini gialli con il nome delle bambine e dei bambini che avevano conosciuto Matias.