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Open arms, Richard Gere si imbarca contro Salvini. "Per l'Italia è reato salvare vite" e Matteo sbotta

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Richard Gere è nella lista dei testimoni che potrebbero essere convocati nel processo Open arms, che riprenderà il prossimo 17 dicembre, in cui l'ex ministro dell'Interno, Matteo Salvini, è accusato di sequestro di persona. L'attore americano in una intervista al quotidiano inglese Guardian è tornato ad attaccare l'Italia e il leader della Lega sulla gestione dei migranti e ha raccontato la sua visita sulla nave della Ong nell'estate del 2019. 

 

Il divo era in vacanza con amici italiani. "Gli ho chiesto di spiegarmi la nuova legge sui migranti di cui si parlava tanto. Mi ha detto: 'Diventerà reato salvare migranti in mare'. Gli risposi: 'Non può essere, è uno scherzo'. Voglio dire, questo avviene in Italia, un Paese così profondamente cristiano? Può diventare reato aiutare chi ha bisogno? Non potevo crederci, mi sembrava incredibile", racconta Gere che decide così di salire a bordo. 

 

"Noi abbiamo così tanto, e non siamo in grado di aiutare questi nostri fratelli, queste nostre sorelle, che erano affamati e traumatizzati (...) se avessero detto loro che la nave sarebbe dovuta tornare in Libia, si sarebbero buttati in mare, a costo di annegare. Ho sentito la responsabilità di portare loro tutto il sollievo possibile". Raggiunta la nave l'attore di Ufficiale e gentiluomo, Pretty woman e America gigolò trova i migranti  abordo:  "La gran parte di loro non sapevano affatto chi fossi. Per loro ero un volontario".

Gere racconta così di essersi attivato per far accogliere i migranti contattando persone, si presume influenti, in Germania e anche il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. Ricevendo solo dinieghi. 

 

Gere nell'intervista risponde alle accuse di cercare visibilità attraverso la visita "spot" sulla nave di Open arms. "Visibilità? In realtà ho cercato l'anonimato. È il contrario", dice. Poi si passa a Salvini e a Giorgia Meloni. “Prima di tutto, non conosco queste persone. Non li ho mai incontrati, ma dubito fortemente che si siano presi del tempo per salire su una barca e vivere un'esperienza umana e capire le persone reali su cui hanno la loro influenza. Se l'hanno fatto, allora penso che probabilmente ci sarà un'altro discorso da fare. Vedi, non mi vedo come una star del cinema. Sono uno dei 7 miliardi di esseri umani sul pianeta, tutto qui, non di più. Non sono né meglio né peggio di nessuno" dice la star.

"Francamente, non auguro" a Salvini "il male, ma la mia preoccupazione sono le persone che stanno soffrendo così tanto. Questo è ciò che mi commuove. È possibile, perché ero lì, nel mezzo della follia, la mia comprensione umana viscerale è forse un po' più profonda di quella della maggior parte delle persone. Ero un testimone, né più né meno. E posso condividerlo con il resto del mondo, se mi viene chiesto", dice confermando di aver accettato di testimoniare al processo Open arms. .

A rispondere al divo è lo stesso Matteo Salvini. "Qualcuno avvisi il miliardario americano che grazie alla mia azione al governo abbiamo dimezzato il numero di morti e dispersi nel Mediterraneo, assicurando degna accoglienza ai profughi veri. Se ignora le leggi italiane e le giudica lo stesso non fa bella figura, se lo lasciano indifferente morti, sofferenza ed illegalità, ha ben poco di cristiano e solidale. Io non giudico lui come uomo e attore e non giudico le leggi del suo Paese, lui eviti di giudicare l’Italia e gli italiani". 

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