Un Natale come prima del Covid, niente lockdown: la profezia di Matteo Bassetti che si infuria a Coffee Break
È inaccettabile parlare di lockdown e chiusure per Natale in virtù dell’aumento dei contagi dovuti al Covid. Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all'ospedale San Martino di Genova, scansa via ogni ipotesi di restrizioni per i cittadini italiani, che secondo qualcuno dovrebbero trascorrere le feste come accadde lo scorso anno. L’infettivologo perde letteralmente le staffe a Coffee Break, programma di La7 condotto da Andrea Pancani, su chi ne discute: “La situazione ospedaliera, salvo qualche caso in regioni particolari dove ci sono meno vaccinati, è buona, speriamo di riuscire a mantenerla. Siamo solo all’inizio della stagione fredda, le temperature rigide sono arrivate da soli 7-10 giorni, l’impennata dei casi è anche legata al clima. Dobbiamo rispettare le misure che conosciamo, metterci le mascherine al chiuso ed evitare le fughe in avanti sulle mascherine all’aperto come qualche comune ha voluto fare, vaccinarsi, fare la terza dose e poi evitare per le prossime sei settimane che ogni trasmissione inizi a parlare del fatto se saremo in lockdown a Natale o no. È inaccettabile soltanto parlarne, il Natale di quest'anno sarà come prima del Covid”.
Cambia tutto sul green pass. Frattura sul lockdown per i no-vax
Pancani cambia quindi discorso e domanda all’infettivologo se è d’accordo con la possibilità di avere un green pass a due velocità: “Sono - risponde il medico ligure - favorevole e sono uno dei primi ad averne parlato nel maggio 2021. Sono stato uno dei fautori ed è arrivato il momento di farlo, ma ne discutiamo un po’ troppo, bisogna agire. Altri paesi lo hanno già fatto, abbiamo un vantaggio importante rispetto ad altri intorno a noi, non buttiamo a mare questo vantaggio che abbiamo ottenuto. Sarebbe importante, per alcune attività, come stadio, ristorante, cinema, discoteca e teatro, rilasciare un green pass unicamente a chi è vaccinato o a chi è guarito. Quei luoghi sono più sicuri, anche perché - conclude l’infettivologo Bassetti - se uno si contagia non ha la malattia grave e non finisce in ospedale e poi molti si convincerebbero a vaccinarsi”.