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Arriva la stangata sui piccoli imprenditori. Addio ai decreti anti-Covid, fisco senza pietà

Damiana Verucci
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Stangata in arrivo per i piccoli imprenditori di Roma. Chi ha un'attività economica, magari un bar, un ristorante, un negozio, una società di servizi o altro, sta per tirare fuori anche oltre 15 mila euro in un colpo solo ed entro il termine del 30 novembre. Rendendo così vane le speranze di riprendersi dopo un anno e mezzo devastante a causa della pandemia, ma anche dimenticandosi condoni e rottamazioni delle cartelle esattoriali che sono servite a tirare una bella boccata d'ossigeno durante questo periodo così difficile per chi fa impresa. Ora, però, è arrivata la resa dei conti. Già di per sé, infatti, novembre è un mese caldo dal punto di vista fiscale; alle normali scadenze tuttavia, come quella dell'Irap per esempio, sono arrivati quest' anno i pagamenti extra dovuti al venir meno di alcuni decreti anti Covid. Tra ritenute, addizionali, Irpef, Irap, Ires e Iva e rate 2020 e 2021 di Rottamazione ter e saldo e stralcio, i pagamenti (o versamenti) dovuti al fisco sono 233. Un numero che lascia senza fiato, soltanto a leggerlo. E i conti sono presto fatti.

 

 

A fornirli è la Fiepet Confesercenti, che sta ricevendo in questi giorni centinaia di chiamate dai propri associati che chiedono all'Associazione di intercedere con il Governo e fare qualcosa per evitare quello che sembra essere l'inevitabile. Un piccolo imprenditore con un'azienda media di 4 dipendenti dovrà versare tra un paio di settimane e in un'unica soluzione quasi 15 mila e 500 euro. Il costo dei 4 dipendenti, tra Inps e Irpef è infatti di 3.065 euro ai quali va aggiunta l'Inps a carico dei commercianti (in questo caso, 2 soci), pari a 2.040 euro e poi l'Iva del 3 trimestre, 1.840 euro; la nettezza urbana pari a 2.248 euro; la rata della rottamazione ter, che scade appunto il 30 novembre, di 1.246 euro, e infine le rate che erano state sospese nel 2021 ma che ora vanno pagate sempre per la rottamazione ter e che sono di un importo pari a 4.984 euro. Il totale fa quindi 15.423 euro. «Soldi assolutamente dovuti - spiega il presidente di Fiepet Confesercenti, Claudio Pica - ma che non è possibile chiedere tutti insieme, occorre posticipare ulteriormente questi pagamenti dato anche il fatto che l'emergenza Co vid sembra essere tutt' altro che finita». Se queste sono le cifre per un'azienda di 4 dipendenti figuriamoci nel momento in cui i dipendenti salgono di numero e le dimensioni dell'azienda anche. «C'è chi si troverà a dover sborsare anche 30 mila euro in un solo colpo», chiarisce Pica.

 

 

Si infiammano anche gli animi di Paolo Bianchini, del MIO Italia, che chiede una proroga del saldo delle cartelle, appunto, fino al termine dell'emergenza. «È una questione di buon senso - spiega Bianchini - visto che a novembre sono già previste una serie di scadenze impositive alle quali il Governo aggiunge quello che non è stato versato dagli imprenditori per via della pandemia». Il rischio, se il Governo non dovesse cedere a questi appelli delle Associazioni di categoria, è che tanti imprenditori non saranno in grado di adempiere al dovuto e si vedranno così saltare la possibilità di rottamare anche in futuro eventuali debiti con il fisco. Secondo la Fiepet Confesercenti almeno un 20% di titolari di azienda avrebbe ad oggi problemi a saldare tutto il dovuto entro fine mese.

 

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