nelle scuole
Scuola, nuove regole per la quarantena. Ma si temono i ritardi delle Asl
Sono partite ieri le nuove linee guida sulla quarantena a scuola. Le classi andranno in Dad per intero nel caso di almeno tre contagiati Covid; con un ragazzo positivo ma tutti gli altri compagni e i professori negativi, resteranno in classe; con due positivi, finiranno in quarantena solo i ragazzi non vaccinati. Il sistema quindi potrà funzionare solo se le Asl saranno in grado di processare i tamponi per tempo, il primo risultato con quello di controllo dopo cinque giorni, dovrebbero essere assicurati immediatamente. Nei dipartimenti di prevenzione, però, si temono ritardi. La preoccupazione è la stessa per le famiglie: «Abbiamo accolto positivamente le nuove linee guida sulla gestione della quarantena a scuola. Per valutarle correttamente ci serve almeno una prima settimana di monitoraggio, diamo due settimane di tempo per mettere in atto tutte le misure per renderle applicabili. Ma senza le risorse che servono, queste linee guida restano solo un bello specchietto per allodole del ministro dell’Istruzione e del Cts», commenta Costanza Margiotta del Comitato nazionale di Priorità alla Scuola. Il comitato aveva chiesto già lo scorso anno che le linee del Veneto fossero applicate nel resto d’Italia: «Nella pratica non è chiaro se rimarranno lettera morta o saranno applicate rendendo possibile la continuità didattica, si sta cercando di mettere una pezza a quello che è successo l’anno scorso - lamenta - Le Asl devono essere messe dalle Regioni nelle condizioni di processare rapidamente i tamponi o sarà impossibile rispettare i tempi». Quello che propongono è l’adozione dei test salivari, «ideali e più praticabili».
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Non si sottraggono dalla collaborazione, ma chiedono più risorse umane i presidi: «Serve più personale di segreteria, servono più figure intermedie docenti-dirigenti che al momento non ci sono, con l’aumento di compiti si rischia lo stallo», denuncia a LaPresse il presidente dell’Anp Antonello Giannelli. Le Asl dovranno diffondere delle indicazioni standardizzate senza le quali non sono applicabili le indicazioni del ministero, «alcune hanno iniziato a prepararle ma siamo all’inizio». Lo spirito è quello di ridurre il numero di giorni di dad ma anche quello di uniformare i comportamenti, che sono stati molto diversificati lo scorso anno. Sul nodo della responsabilità del dirigente, la dirigenza scolastica si dice pronta a continuare a lavorare per «un’esigenza determinata alla lotta alla pandemia», sottolinea Giannelli, che però torna a chiedere che in sede di rinnovo di contratto si adegui lo stipendio dei presidi a quello della dirigenza dei centri di ricerca.