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Contagiati dopo il pellegrinaggio a Medjugorje, in otto finiscono in ospedale

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Sono partiti dal Nord Sardegna in pellegrinaggio a Medjugorje ma sono tornati dalla Bosnia positivi al Covid: è successo a una trentina dei 180 pellegrini partiti da Arzachena. Per otto di loro, ultrasessantenni la maggior parte non vaccinati, è stato necessario il ricovero nella clinica di Malattie infettive dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari. Sei tra i ricoverati sono non vaccinati e convinti no vax, gli altri due sono vaccinati con doppia dose ma si tratta di pazienti con altre patologie. Secondo il calcolo dell’algoritmo del contagio, si stima che possano essere mille le persone coinvolte nella rete dei contatti. Per questo si monitora con attenzione, in vista soprattutto della pressione sui reparti e le Terapie intensive.

 

 

 

 

 

Gli 8 pazienti nella Clinica di Malattie infettive sono tutti sottoposti a ossigeno terapia e alcuni assistiti con il casco ad alti flussi: le loro condizioni destano preoccupazione per le possibilità di peggioramento. A preoccupare anche coloro che si trovano in isolamento, perchè si teme che possano aggravarsi. I pellegrini sono tutte persone che prima del riscontro della positività sono rientrati in famiglia e nei posti di lavoro, venendo a contatto con altre persone. I pellegrini hanno raggiunto Medjugorje senza particolari precauzioni, nonostante la Bosnia sia uno tra i Paesi in piena terza ondata: provengono anche da alcuni comuni della Gallura, del Sassarese e da Sassari e hanno aderito al viaggio organizzato da un’agenzia specializzata in viaggi religiosi. Al rientro in Sardegna il 28 ottobre scorso, i primi 13 positivi sono arrivati al pronto soccorso il 2 novembre: 6 sono stati ricoverati. Ora nel reparto di Malattie infettive sono 16, su 19 totali, i posti letto occupati da pazienti covid e i sanitari guardano con preoccupazione anche alla Rianimazione della Clinica in cui sono già 5 su 6 i posti letto occupati.

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