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Vaccino ai bambini? Andateci piano. La Gismondo gela tutti

Giorgia Peretti
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Maria Rita Gismondo a “Stasera Italia” dice un secco “no” al vaccino ai bambini. La direttrice del laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano è ospite nel talk show preserale di rete 4, condotto da Barbara Palombelli, lunedì 8 novembre. Il tema centrale della puntata è l’approvazione del siero per la fascia 5-11 anni che è in programma per gli inizi del prossimo Natale. Una decisione che la virologa esorta a prendere con maggiore cautela. La Gismondo spiega: “Non sono a priori perplessa nel vaccinare i bambini da 5 a 11 anni ma per qualsiasi tipo di impiego di farmacologico è necessario avere dei numeri significativi”. I numeri a disposizione attualmente non sarebbero sufficienti: “L’FDA americana ha provato il vaccino nella fascia 5-11 anni con una sperimentazione di 4000 soggetti, 3002 circa vaccinati, gli altri controllo.  Ecco, dal punto di vista squisitamente statistico è un lavoro che non ha senso”.

 

 

 

 

 

 

Poi prosegue: “Aspettiamo che ci siano le decine di migliaia per avere un significato e per capire che il rischio- beneficio sia quello di vaccinare i bambini”. La priorità resta la terza dose per le categorie più esposte e fragili, la Gismondo ribadisce: “la terza dose è la reale priorità, in quelle che sono le fasce che si sono vaccinati all'inizio della campagna vaccinale quindi anche sanitari, gli immunodepressi e gli anziani. Proteggere la popolazione significa soprattutto evitare i decessi e le forme gravi l'attenzione deve essere polarizzata su quelle fasce”. La virologa suggerisce: “la protezione che si può fare per i giovani è quello di impedire la circolazione del virus o perlomeno mantenere bassa la circolazione del virus. Sappiamo che i giovani ma soprattutto i bambini grazie al cielo non hanno forme gravi”. Infine, sulla pillola cura Covid: “Sono ottimista ma deve essere chiaro che la pillola non sostituisce il vaccino, hanno due obiettivi completamente diversi. Il vaccino fa prevenzione, la pillola è una cura immediata nel caso della positività. Bisogna continuare a vaccinare e utilizzare tutti i mezzi monoclonali e antivirali a disposizione perché si blocchi immediatamente la positività e quindi l'ipotesi di poter virare in forma grave”.

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