riduzione del pericolo
Dal Cts aprono al lockdown per i no-vax. Sergio Abrignani: scelta radicale, ma da valutare
“Il lockdown dei non vaccinati varato dall’Austria è una scelta radicale, ma molto importante e da valutare. Penso che qualsiasi decisione che porti a una riduzione del pericolo sia da prendere”. L’immunologo e membro del Comitato tecnico scientifico Sergio Abrignani apre alla possibilità di vedere delle misure drastiche per i no-vax sulla scia del paese che confina con l’Italia. In un’intervista a La Stampa Abrignani spinge sul vaccino agli indecisi: “Bisogna capire - dice a La Stampa - che ci si vaccina anche per non infettare i luoghi di socialità e di lavoro. La vaccinazione dei bambini è l’unica via per uscire dalla pandemia. Nell’età pediatrica avviene un quarto dei contagi”.
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Il professore dell’Università Statale di Milano ricorda poi che “da inizio pandemia ci sono stati 42 morti tra i bambini. È immaginabile che si inizi nel 2022 con la vaccinazione dei più piccoli. Effetti collaterali a lungo termine? Non esiste un vaccino che abbia causato problemi nel lungo periodo. I nuovi farmaci antivirali contro il Covid non posso sostituirsi alla vaccinazione, perché gli anticorpi monoclonali curano il 40 per cento degli ammalati e la nuova pillola sperimentale il 50”.
Abrignani reputa che sia “improbabile” un ritorno alle zone rosse: “Spero di no e con la copertura vaccinale crescente mi pare improbabile. Certo che se continuano gli assembramenti di non vaccinati ci possono essere dei casi particolari, come a Trieste. Su 7 milioni di esitanti, almeno 5 sono dubbiosi o paurosi che possono essere coinvolti con una campagna focalizzata di comunicazione. Un milione invece dimostra sul web e in piazza di avere delle certezze deliranti con cui è difficile interagire. Purtroppo sono persone che corrono gravi rischi, soprattutto ad assembrarsi continuamente tra non vaccinati. Quasi tutti - conclude il membro del Cts - i malati e i morti di questi giorni sono No vax”.