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Covid, un'altra scivolata del Cts: il prof Franco Locatelli ora dà i numeri

Dario Martini
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Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico, ieri mattina ha preso la parola al fianco del ministro della Salute Roberto Speranza e del commissario Figliuolo, e con piglio deciso ha spiegato per quale motivo è necessario vaccinarsi, a prescindere dall'età. Queste le sue parole: «Vorrei ricordare che l'analisi dell'Istituto superiore di sanità ha documentato chiaramente che nel Paese fino ai 59 anni d'età nessuno dei vaccinati è stato ricoverato nelle terapie intensive».

Un messaggio chiaro: se ti vaccini contro il Covid, a differenza dei no vax, non finisci in ospedale e non sviluppi la malattia grave. Da chi ricopre un ruolo così importante, in prima fila nel contrasto alla pandemia in Italia, ci si aspettano parole chiare di questo tipo. E, soprattutto, ci si fida ciecamente. Per scrupolo, però, siamo andati a vedere questi dati di cui parla Locatelli. E abbiamo scoperto che i report settimanali dell'Iss non corrispondono al quadro delineato dal coordinatore del Cts. Il bollettino del 27 ottobre, l'ultimo disponibile, riporta che nei trenta giorni che vanno dal 17 settembre al 17 ottobre, i vaccinati con ciclo completo con meno di 60 anni ricoverati in terapia intensiva erano 16. Undici i morti, di cui uno sotto i 40 anni.

Per completezza, i ricoveri ordinari (non gravi) sono stati 271. Non si tratta sicuramente di numeri grandi. Soprattutto se confrontati con quelli dei non vaccinati nella stessa fascia d'età: 142 ricoverati in terapia intensiva e 62 morti. È evidente che il vaccino protegga significativamente contro le conseguenze gravi della malattia, considerando anche che l'83,8% degli italiani ha completato il ciclo vaccinale. Ma i dati pubblicati dall'istituto guidato da Silvio Brusaferro, che nel Cts siede accanto a Locatelli, sono sicuramente diversi.

Affermare che «nessuno dei vaccinati è stato ricoverato nelle terapie intensive» non corrisponde al vero. Per contrastare e smentire le teorie no vax, sarebbe stato più corretto spiegare che sono molto pochi i vaccinati che finiscono in rianimazione, ma di sicuro non sono pari a zero. Ed è naturale che sia così. Lo dice chiaramente l'Iss, quando sottolinea che il vaccino previene dai ricoveri in terapia intensiva al 96,8% per chi ha da 12 a 39 anni e al 96,7% da 40 a 59 anni. Il rischio zero, a differenza di quanto dice Locatelli, non esiste.

Come mai, allora, il presidente del Consiglio superiore di sanità parla di «nessun ricoverato in terapia intensiva» sotto sessant' anni? La sua frase non si spiega nemmeno se andiamo a leggere i bollettini precedenti dell'Iss. In quello che prende in esame il periodo dal 13 agosto al 12 settembre, c'è scritto che tra i vaccinati con ciclo completo i ricoverati in terapia intensiva fino a 59 anni sono stati 21, di cui due avevano meno di 40 anni. Diciotto i morti, di cui due con meno di 40 anni. Per quanto riguarda i ricoveri ordinari sono stati 422.

Simile anche la situazione registrata dall'Iss nell'intervallo temporale 9 luglio - 8 agosto, tra i vaccinati completi sotto i 60 anni 7 erano in terapia intensiva, due i morti; 178 i ricoveri ordinari. Infine, tra il 4 giugno e il 4 luglio ci sono stati zero persone in terapia intensiva, un morto e 28 ricoveri ordinari. In totale, da inizio giugno fino a metà ottobre, il periodo preso in esame dall'Iss, ci sono stati 44 vaccinati completi finiti in terapia intensiva, 32 morti e 899 ricoveri ordinari. Numeri che non tendono esattamente allo zero.

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