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Whirlpool licenzia? E l'operaio la schiaffeggia chiedendo l'elemosina per chi sta peggio di lui

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La vertenza Whirlpool è sempre più drammatica, con diversi casi di persone che davvero fanno stringere il cuore. Tra gli episodi che più danno da pensare la vicenda vissuta da uno degli operai in attesa della lettera di licenziamento. Francesco Petricciuolo è andato direttamente in piazza del Plebiscito a Napoli, dopo aver affisso sulla porta di casa un avviso.

 

Esso è rivolto all’ufficiale giudiziario chiamato a consegnargli la lettera di licenziamento affinché gliela consegni direttamente nelle sue mani evitando di lasciarla ai familiari per non “turbare la psiche” della moglie e dei figli. “Mi troverà a chiedere l’elemosina – scrive l’operaio nell’inconsueto “avviso”  – presso il Santuario di Madonna dell’Arco e presso il Santuario di Pompei”. 

 

Martedì scorso la multinazionale statunitense ha iniziato a spedire le lettere di licenziamento ai 320 addetti del polo di Napoli. L’azienda offre come alternativa il trasferimento nel polo produttivo in provincia di Varese e conferma la buonuscita di 85mila euro lordi. “Ho deciso di fare questo gesto – spiega oggi l’operaio – perché mi preoccupo per i miei figli. Sono diversi anni che cerco di non fargli capire cosa stava accadendo in fabbrica. Conto sul buonsenso di chi verrà a consegnarmi la lettera. Oggi sarò a raccogliere offerte qui in piazza del Plebiscito. Le darò a chi ne ha più bisogno”.

 

E sembra davvero questa incredibile storia di amarezza e persino di solidarietà: è da chiedersi chi può avere più bisogno di un operaio in via di licenziamento. E spiega contemporaneamente quanto sia stata brutale l’azione della Whirlpool verso centinaia di lavoratori e loro famiglie.

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