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"Consegnato l'avviso di garanzia..." Massimo Giletti brucia tutti su Vincenzo De Luca, "indagato per corruzione"

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"Due auto della polizia di Stato si sono fermate davanti alla sede del Genio civile di Salerno. È sceso il capo della squadra mobile, il dottore Castelli, e ha consegnato al governatore" della Campania Vincenzo De Luca " un avviso di garanzia". Così  Massimo Giletti sull'account Twitter della trasmissione di La7, Non è l'Arena, anticipa la notizia della  proroga delle indagini preliminari sul "sistema Salerno". 

"Noi continuiamo a seguire l'inchiesta della Procura guidata da Borrelli sui rapporti tra la politica e le cooperative nella città di Salerno", conclude il conduttore. Poco dopo si apprendono i dettagli della vicenda.

 

E anche il presidente De Luca è indagato dalla Procura di Salerno nell’ambito dell’inchiesta sugli intrecci tra politica e mondo delle coop. Una iscrizione nel registro degli indagati di cui, fino al tweet di Giletti, non si era saputo nulla. Il reato ipotizzato nei confronti del governatore campano, al quale in mattinata è stato recapitato l’avviso di proroga indagini, è di corruzione. 

De Luca, dunque, era già coinvolto nell’inchiesta della Procura di Salerno che ha portato, nello scorso mese di ottobre, a 10 misure cautelari e 29 indagati, scatenando una bufera sul Comune di Salerno per i presunti appalti truccati. Ai domiciliari finì Nino Savastano, al quale viene contestato anche il reato di corruzione elettorale, consigliere regionale di Campania Libera, lista ’deluchiana' che alle scorse regionali è risultato il più votato dopo il governatore. Misura cautelare in carcere, invece, per Fiorenzo Zoccola, presidente di una cooperativa sociale e gestore di fatto, stando alle indagini, di diverse altre cooperative che avevano in gestione la manutenzione ordinaria e conservativa del patrimonio del Comune di Salerno.

Ai domiciliari finì anche Luca Caselli, dirigente del settore ambiente del Comune di Salerno.

 

Nell’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Salerno emerge un presunto "consolidato accordo corruttivo" tra Savastano e Zoccola, secondo il quale il consigliere regionale "stabilmente asserviva le funzioni pubbliche agli interessi personali propri e del privato in cambio del sostegno elettorale assicuratogli da Zoccola, garantendo a quest’ultimo l’affidamento degli appalti banditi dal Comune di Salerno aventi ad oggetto servizi pubblici alle società cooperative sociali riferibili al privato e ai suoi sodali".

 

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