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Il famoso virologo a microfoni spenti: "Perché dovrebbe funzionare la terza dose?"

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Sull'effettiva efficacia dei vaccini il mondo scientifico resta sempre diviso. Come scrive il direttore Franco Bechis  nella risposta alla lettera di un lettore de Il Tempo (clicca qui per leggere) "allo stesso Cts sanno benissimo, per avere ricevuto prima due studi analitici milanesi e successivamente anche un analogo studio da Roma che su specifiche categorie di pazienti fragili (che non cito per non aumentare il loro dramma) i due vaccini a mRna hanno avuto scarsissimo effetto, con una protezione di molto inferiore al 50%. Nella maggiore parte dei vaccinati quella informazione che con la dose Pfizer o Moderna avrebbe dovuto essere trasmessa, non è arrivata a segno: l’iniezione ha avuto lo stesso effetto di un bicchiere d'acqua bevuto per dissetarsi. Al contrario nei pochi casi in cui a quei pazienti è stato somministrato il vaccino AstraZeneca, la protezione c’è stata con una efficacia superiore al 60%".

 

"Visti quei dati - scrive ancora Franco Bechis - ero certo che avrebbero di conseguenza immaginato di somministrare a quella platea una terza dose di vaccino a vettore virale, che ha una efficacia almeno doppia di quelli a mRna. Invece si è corsi a fare loro la terza dose di Pfizer o Moderna".

Ed emerge anche un parere choc. "In privato - racconta Bechis - uno dei virologi più noti e spesso intervistato da tv e giornale mi ha manifestato tutto il suo sconcerto in questo caso davvero da scienziato: «Vorrei che mi dessero una sola ragione al mondo per cui pensino che possa funzionare una terza dose dello stesso vaccino che non ha avuto alcun effetto con la prima e con la seconda dose»".

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