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Ruby ter verso il flop: il capo di imputazione contro Silvio Berlusconi potrebbe saltare
L'assoluzione di Silvio Berlusconi nel processo di Siena ridimensiona il dibattimento Ruby ter in corso a Milano. Ne è convinto Federico Cecconi, difensore del leader di Forza Italia. «Lo penso fermamente per una ragione molto semplice: il processo senese è una gemma, un frammento di quello che era inizialmente un unico processo con la stessa prospettazione accusatoria, la stessa impostazione per quanto riguarda le contestazioni e le modalità descrittive della condotta che anche qui viene contestata a Berlusconi, quindi non c'è dubbio che è una sentenza che pesa anche nell'ambito di questo processo». «Ognuno faccia quello che crede come ritiene meglio di dover difendersi: non entro nel merito delle valutazioni, opportunità e prerogative difensive delle persone che non assisto». Così Federico Cecconi, difensore di Silvio Berlusconi, replica a chi gli chiede se è preoccupato da eventuali dichiarazioni di alcune olgettine che sarebbero pronte a testimoniare nel processo milanese Ruby.
Il 24 novembre verranno sentite Sorcinelli e Guerra Milano. Marysthell Polanco sarà la prima imputata a essere ascoltata. Il 17 novembre, nell'aula bunker di San Vittore a Milano, l'ex modella ha intenzione di rendere dichiarazioni spontanee «piuttosto articolate, di almeno un paio di ore», come annunciato la scorsa udienza dal legale Paolo Cassamagnaghi. Tra chi è disposto a essere sottoposto a esame anche l'avvocato Luca Giuliante e le due ex olgettine Alessandra Sorcinelli e Barbara Guerra: tutti e tre saranno protagonisti dell'udienza del 24 novembre. Più problematico l'esame dell'ex compagno di Ruby, Luca Russo che vive in Messico e che dovrà sottoporsi alla quarantena una volta arrivato in Italia.
Il calendario prevede come eventuale data anche il 22 dicembre, il 19 e il 26 gennaio 2022. Per i giudici di Milano le dichiarazioni rese dalle olgettine nei processi Ruby e Ruby due sono «inutilizzabili». E quanto emerge nell'ordinanza letta in aula dal presidente del collegio Marco Tremolada che ha accolto un'istanza della difesa di Silvio Berlusconi, imputato per corruzione in atti giudiziari, il quale ha sollevato una questione procedurale: ai tempi dovevano essere sentite come indagate e non come testimoni. Le affermazioni messe a verbali non potranno dunque essere utilizzate ed escono così dal processo. L'aver sentito le 19 partecipanti alle cene eleganti di Arcore come testimoni e non come indagate di fatto «elimina» le loro deposizioni dal processo mettendo in forse uno dei capi di imputazione sostenuto dall'accusa.