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Lavoratrici in pensione prima, come cambia l'accesso a Opzione donna

Filippo Caleri
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Sulle pensioni il governo ha già iniziato le manovre per addolcire la pillola amara della fine di Quota 100 a fine anno. Per ora la facilitazione a cui pensa l’esecutivo riguarda le donne per le quali è stato già inserito nella legge di Bilancio «la proroga di un anno dell’anticipo pensionistico, l’Ape sociale, con l’estensione delle categorie di lavoratori gravosi che possono accedere al beneficio, e la proroga di Opzione donna» ha detto ieri il ministro del lavoro, Andrea Orlando rispondendo a un question time alla Camera sul tema previdenziale. 

 

Ma Orlando è andato anche oltre anticipando di avere allo studio delle misure per «rivedere in senso più favorevole, rispetto all’iniziale proposta presentata in Consiglio dei ministri, i criteri anagrafici per l'accesso a tale misura».

 

Oggi per l’Opzione donna servono 58 anni di età anagrafica e 35 anni di contributi. Così è ragionevole pensare che gli anni per l’uscita si abbassino verso quota 57 o nella migliore delle ipotesi anche 56. Una manovra importante che si iscrive nel solco di consentire alla lavoratrici, più penalizzate dalla Quota 100, di avere una sorta di compensazione. Per ora è solo un intervento tampone però perché lo stesso ministro Orlando ha aggiunto che «sul tema delle pensioni credo che ci siano le condizioni perché, affrontato il tema del passaggio della legge di Bilancio, sulla gestione della coda di Quota 100 ci sia una discussione per un regime di maggior equità nel rispetto della sostenibilità».

 

Spazio anche alle misure correttive delle norme che hanno compromesso a molti il percepimento dell’assegno di invalidità. Sul tema della mancata concessione dell’assegno di invalidità in caso di attività lavorativa, «il ministero del Lavoro, sentita l’Inps, sta elaborando un intervento per rivisitare la formulazione vigente» per consentire «l’erogazione della prestazione in certi limiti reddituali, a prescindere dalla natura dal reddito» ha detto Orlando nel suo intervento al question time. «Il governo è consapevole che è necessario un immediato intervento normativo che riconduca il quadro a canoni di ragionevolezza», ha aggiunto e che «la proposta emendativa sarà inserita nel veicolo normativo più opportuno tra quelli in discussione in Parlamento. Molto probabilmente in sede di conversione del decreto fiscale».

Sulla previdenza però tutti i partiti della maggioranza sono in movimento soprattutto pensando al futuro, visto che l’effetto della Quota 102, soglia di compromesso raggiunta per portare la legge di Bilancio in Parlamento senza tensioni, si esaurirà alla fine del 2022. «Siamo pronti a continuare il dialogo coi sindacati sulle pensioni. Noi non eravamo favorevoli a quota 100, ma riteniamo giusto per la stabilità del governo trovare una soluzione, quindi appoggeremo la soluzione di quota 102, per poi uscire da questa strategia per avere una riforma delle pensioni» ha detto il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, al termine dell'incontro con Cgil, Cisl e Uil nella sede del partito, sulla riforma fiscale. 

Anche Fratelli d’Italia è intervenuta nel dibattito con la sua proposta in nome di una maggiore equità intergenerazionale. «Vanno combattute alcune ingiustizie del sistema pensionistico. In particolare le pensioni d’oro, Quest’anno scadrà il contributo che è stato chiesto ai pensionati molto più fortunati di chi va in pensione oggi o di chi ci andrà in futuro. Chiediamo che si reintroduca tale contributo». Questo ha chiesto la leader Fdi, Giorgia Meloni al termine di un colloquio con il premier Mario Draghi.
 

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