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L'Aria Che Tira, Massimo Galli sul vaccino: "Moderna e Pfizer funzionano meglio di quelli a vettore virale"

Giada Oricchio
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Nella puntata di giovedì 4 novembre, Myrta Merlino, la conduttrice del programma di approfondimento del mattino di LA7, ha ospitato Massimo Galli, virologo dell’ospedale Sacco di Milano, che ha ammesso: “Sui grandi numeri, i fatti sembrano dire che i vaccini mRNA funzionano bene, forse meglio di quelli a vettore, poi ci sono persone vaccinate con AstraZeneca che hanno ancora anticorpi molto alti e che forse nemmeno dovrebbero fare la terza dose. Ma in linea di massima è così”.

Questa sorta di efficacia limitata del vaccino anti Covid di Oxford può essere uno dei motivi che sta facendo ripiombare la Gran Bretagna nell’incubo della pandemia? Per Galli è plausibile anche se c’è un insieme di cause: “Temo di sì. La Gran Bretagna ha avuto due connotazioni: è partita in quarta e ha vaccinato prima degli altri, ma sta trascorrendo molto tempo dalla prima dose per una fetta importante della popolazione. Poi ha vaccinato in maniera mista, con molte dosi di vaccino a vettore. C’entrerà davvero questo? L'impressione è che questo possa aver avuto un ruolo”.

Ma ci sarebbe dell’altro: “La Gran Bretagna ha smesso di essere prudente troppo presto, ha buttato molto prima alle ortiche la santa mascherina e ha avuto un atteggiamento aperturista a oltranza. Le persone per le strade di Londra affermano ‘siamo tornati come prima’, ecco questo non è corretto”.

Anche in Danimarca si assiste a una nuova importante ondata con molti vaccinati e poche limitazioni così Merlino ha osservato: “Forse la cosa importante è un combinato disposto, vaccino e restrizioni?” e Galli ha tirato una schioppettata ai politici no green pass: “Occorrono atteggiamenti prudenziali e mantenimento delle misure, ci hanno fatto una capa tanta sul fatto che eravamo l’unica nazione che utilizzava il green pass in questo modo e adesso la Germania ci sta prendendo a esempio perché si trova nei guai. Però voglio sottolineare che certamente la situazione in Italia merita attenzione ma non è comparabile in nessun caso al pericolo corso nello steso periodo dell’anno scorso in cui si impennò la curva con la seconda grande ondata e 90.000 morti. La differenza c’è. I tanti vaccini, pur con qualche difficoltà del vaccino a fare il suo mestiere, ci stanno proteggendo da ospedale, terapia intensiva e camposanto”.

 

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