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"Sono i versi del G". Gli effetti collaterali della droga dello stupro: "Diventa una belva"

Valeria Di Corrado
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La cosiddetta «droga dello stupro» non è solo una sostanza che rende inermi e passive le persone alle quali viene somministrata, al punto da far perdere la volontà e i ricordi. A volte, al contrario, può creare delle reazioni incontrollabili e trasformare chi la assume in una «belva». È quanto emerge dall’indagine della Procura di Roma (coordinata dai pm Giovanni Conzo e Giulia Guggione) che ha portato una settimana fa all’arresto di 39 trafficanti di droghe sintetiche e «liquid ecstasy», comprate da siti web esteri e spedite in Italia tramite corriere. Sostanze che consumavano personalmente o che spacciavano ad altri clienti; tra cui un senatore, giornalisti, liberi professionisti. Da alcune intercettazioni «si è ottenuta cognizione diretta delle conseguenze ingenerate dall’assunzione delle pericolose droghe», spiegano i Nas in un’informativa allegata all’inchiesta.

Il 9 dicembre 2019, infatti, uno degli undici pusher finiti in carcere è costretto a chiedere l’intervento di un’ambulanza perché un uomo (che in sottofondo si sente urlare più volte: "oh mio Dio"), dopo aver assunto un mix di droghe tra cui il Gbl, «è in preda a quella che appare senza dubbio una vera e propria crisi psicotica», precisano i carabinieri. «C’è un ragazzo che ha una crisi psicotica, sta facendo un casino terrificante», dice il pusher. «Che è successo?», chiede l’operatrice del 118. «Corre per tutto il bed and breakfast, gli sto anche dietro perché ho paura che mi si butta dalla finestra nel frattempo».
Anche Danny Beccaria e Clarissa Capone, i due «trafficanti» di quella che avevano denominato la «famiglia romana» (difesi dall’avvocato Matteo Ritrovato), parlano degli effetti della droga dello stupro (Gbl). «Ma io che cazzo ne so che una dose in più de G... non mi fa addirittura rendere conto che ci sei tu in casa che mi dici "Danny basta", io invece che continuo davanti a te... ma secondo te sono io quello o non sono io?», chiede Beccaria in un’intercettazione del primo ottobre 2019. Clarissa risponde: «Io sono salita, ho detto.. ohi! Sono entrata Danny e ho sentito Mirko che strillava... gli orgasmi...». Danny: «Amò... ma non erano orgasmi, sono i versi del G. A me dispiace pure che prendo tutto quel G, poi neanche me ricordo tante cose».

 

 

Degli effetti del Gbl, Beccaria discute anche con la dentista di Napoli, Rosa Trunfio, finita anche lei in carcere. La 48enne gli dice: «...non è vero che non porta a rota quando uno è abituato a farlo». Danny: «Amò, certo! Guarda che è il corpo che lo richiede, ma che stai a scherzà!». Significativa anche l’intercettazione in cui il funzionario dell’Ater di Roma che si faceva spedire la droga addirittura in ufficio (pure lui in carcere), racconta di una serata in cui il suo compagno Dadù, dopo aver assunto una sostanza chimica con efffetti allucinogeni chiamata Flualprazolam, si è messo alla guida e ha fatto un incidente, distruggendo la macchina: «Faceva il pazzo, non ce stava verso di calmarlo (...) il problema è che non era cosciente, allora io ho capito che queste cose sono pericolosissime, perché tutte le volte sono scoppiati i casini veri, sono legate a questo tipo di sostanze... Ecstasy e Lsd (...) Nel senso lui si trasforma proprio, diventa una belva».


Gli esiti dell’assunzione di queste sostanze possono essere anche letali. Il Sistema di allerta precoce delle droghe (Snap), coordinato dal Dipartimento per le politiche antidroga, a febbraio 2020 aveva segnalato 13 casi di intossicazione, tra cui quelle legate all’assunzione di Mefedrone e alfa-PHP. «Tra le varie segnalazioni di decessi in conseguenza di assunzione di tali sostanze - si legge nell’informativa dei Nas - emergeva il decesso, avvenuto a Roma nell’aprile del 2018, di un diplomatico brasiliano. Come rivelato allora da «Il Tempo», si tratta di Alexandre Siqueira Gonçalves, funzionario dell'Ambasciata brasiliana, trovato dalla moglie senza vita, nudo, riverso a letto nel suo appartamento a Monteverde. La perizia del medico legale disposta dalla Procura aveva stabilito che il 40enne era morto a causa di un cocktail di droghe (nello specifico Ghb e Mefedrone) procurate, stando all'accusa, da due uomini conosciuti attraverso «Grindr», una chat di incontri rivolta a un target maschile gay e bisessuale. Uno di loro è un ex capitano dei carabinieri, «già noto alle indagini lombarde». Si tratta di un fenomeno, quello del «chem-sex» - festini a base di droghe chimiche e sesso - «più volte riscontrato» dai Nas «nel corso delle indagini sulle nuove sostanze psicotrope».

 

 

Nell’indagine emerge anche «l’esistenza di un’unica regia posta a coordinamento dell’ingente commercio» di catinoni sintetici, «il cui indiscusso punto di origine è costituito dall’Olanda». D'altronde il mercato delle droghe alimenta il Pil dei Paesi Bassi. È addirittura stato creato da una società olandese un «sito Web Vip» (DutchCitySales.net) destinato agli importatori di sostanze psicotrope. Dopo gli arresti del Nas, qualcosa però è cambiato. «Purtroppo dal 28-10-2021 alcuni prodotti sono stati vietati nel Paese da cui opera questo sito». Peccato che, a fianco ai nomi delle 4 droghe vietate, vengano suggerite delle alternative altrettanto pericolose. 


Ieri intanto Claudia Rivelli, attrice e sorella di Ornella Muti, si è avvalsa della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio davanti al gip di Roma Roberto Saulino. La 71enne, difesa dall’avvocato Teresa Mercurio, dallo scorso 27 ottobre è agli arresti domiciliari perché «illecitamente dall’Olanda, con cadenze trimestrali, importava - si legge nel capo d’imputazione - vari flaconi di Gbl provvedendo a inviarne parte al figlio residente a Londra (nipote omonimo dell’ex presidente della Repubblica Giovanni Leone, ndr) dopo averne sostituito confezione ed etichetta riportante indicazione "shampoo" in modo da trarre in inganno la dogana».
 

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