"Terza dose massiccia oppure..." Lo scenario più fosco, Crisanti in pressing sul vaccino
Il tempo passa e la protezione della seconda dose del vaccino anti-Covid perde efficacia. «Il quadro epidemiologico italiano è al momento dato dal numero di persone vaccinate e dalla durata della vaccinazione: la maggior parte della popolazione ha fatto il vaccino tra fine aprile e fine luglio, quindi più passa il temo, più ci si allontana dalla data dell’immunizzazione, più persone sono suscettibili" è il ragionamento di Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova.
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A sentire Crisanti siamo al bivio: "Dunque se non si fa una terza dose massiccia i casi di Covid sono destinati ad aumentare. Ma ovviamente non parliamo di scenari da lockdown perché la vaccinazione ha cambiato tutto. Ma neanche di zone rosse perché non ci sono più focolai bensì una diffusione distribuita su tutto il territorio", dice il microbiologo.
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Siamo nel campo delle strategie, perché "dipende poi dal livello di equilibrio che si vuole raggiungere. L’Inghilterra - spiega l'esperto all’Adnkronos Salute - ha raggiunto un equilibrio socialmente accettato, con 50mila casi al giorno e circa 160 decessi. Anche questo è un equilibrio, nel senso che si è in una situazione che non va né da una parte né dall’altra. L’Italia sicuramente ha mantenuto delle misure di protezione, dalle mascherine alle restrizioni numeriche, che un effetto ce l’hanno, e dunque anche se raggiungerà un equilibrio sarà a livelli sicuramente più bassi del Regno Unito".
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Intanto si va verso una seconda dose di siero Johnson and Johnson, scelto da molti proprio perché sarebbe stata necessaria un'unica somministrazione. "È piuttosto evidente che l’ipotesi dose unica Johnson&Johnson non abbia un riscontro positivo sufficiente, quindi è bene avviare una campagna di richiami con una vaccinazione eterologa" dice all’Adnkronos Salute il virologo Francesco Menichetti, primario di Malattie infettive dell’ospedale di Pisa, commentando quanto affermato ieri a Piazzapulita su La7 dal collega Andrea Crisanti secondo il quale il vaccino di Janssen "dopo 2 mesi di fatto non protegge quasi più niente".
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"Io sarei meno allarmista - afferma però Menichetti - perché non serve assolutamente a niente. È bene fare un richiamo con un vaccino diverso perché abbiamo visto che il mix tra vaccini a vettore virale e vaccini a Rna messaggero amplifica e potenzia la risposta immunitaria, ma non c’è da allarmarsi né da drammatizzare. L’orientamento - ricorda il medico - è comunque di potenziare il ciclo vaccinale per tutti: facciamo la terza dose per i vaccinati con i vaccini a mRna, faremo la seconda dose per J&J che è un vaccino a vettore virale inizialmente proposto in dose unica". Ma "ora - prosegue il primario - serve dare un’informazione nitida da parte del ministero della Salute ai vaccinati J&J".