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Raid alla Cgil, nei guai altri militanti di Forza Nuova legati agli ultras
Nuovo giro di arresti per le violenze scaturite dalla manifestazione in piazza del Popolo dello scorso 9 ottobre contro il green pass e per l'attacco alla sede della Cgil della Capitale. Gli agenti della Digos hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa di 6 misure cautelari personali con la quale il giudice per le indagini preliminari di Roma Annalisa Marzano, su richiesta della Procura, ha disposto l’arresto di 3 militanti del movimento di estrema destra Forza Nuova, vicini agli ambienti ultras capitolini, e l’obbligo di dimora nel Comune di residenza per altre 3 persone aderenti a Forza Nuova e ai movimenti No vax.
Fabio Corradetti, il figlio ventenne della compagna di Giuliano Castellino (il leader romano di Forza Nuova detenuto per l’assalto al sindacato), è stato colpito da una nuova misura di custodia cautelare in carcere. Corradetti, infatti, è già recluso per gli scontri avvenuti in quella stessa giornata nelle vicinanze di Palazzo Chigi. Il gip, su richiesta del pm Gianfederica Dito, ha disposto il carcere anche per il trentenne Massimiliano Petri, ultrà della Lazio che avrebbe anche danneggiato l'ambulanza che lo stava trasportando in ospedale. Sono stati applicati invece gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico nei confronti di Roberto Borra, già colpito da Daspo nel 2016 e 2018, che in passato ha partecipato a iniziative di Forza Nuova e Avanguardia Nazionale, nonché degli ex Irriducibili. Luca Castellini, leader veronese di Forza Nuova ed esponente di spicco della componente ultras scaligera, insieme a Francesco Bellavista e Federico Trocino, sono stati raggiunti dall’obbligo di dimora nel comune di residenza con il divieto di allontanamento da casa tra le 17 e le 22. Per tutti le accuse sono di devastazione e saccheggio aggravato, violenza e resistenza a pubblico ufficiale in concorso con altri, tra i quali Giuliano Castellino, Roberto Fiore (leader nazionale di Forza Nuova) e Luigi Aronica (ex Nar), tutti e tre già in carcere per l’assalto alla Cgil.
«Sussiste il concreto concreto e attuale pericolo di reiterazione di condotte della medesima indole offensiva - si legge nell'ordinanza di arresto - giacché le modalità con le quali è stata sprigionata la violenza nei confronti di componenti delle forze dell’ordine e la mancata percezione dell’estrema gravità della condotta appena compiuta, sono elementi sintomatici di una spiccata inclinazione degli indagati alla commissione di fatti dalla particolare carica offensiva».
Per quanto riguarda Corradetti, raggiunto dalla nuova misura di custodia cautelare in carcere, «non vi sono dubbi sulla piena e indiscussa partecipazione alle brutali violenze ed anche, si potrebbe dire, di compartecipazione alle istigazioni alle violenze perpetrate ai danni non solo delle forze dell’ordine ma anche ai danni dei locali della sede della Cgil», scrive il gip. Il 20enne «era presente in tutte le tappe connotate da violenza protrattesi nell’arco dell’intero pomeriggio, per proseguire fino a sera quando» è stato arrestato in flagranza «per la violenza riservata alle forze dell’ordine a presidio dei palazzi istituzionali». «Nonostante la giovane età, Corradetti ha mostrato di essere avvezzo ai disordini. Capace - si legge nel provvedimento - di esserne un concreto istigatore e provocatore». Il figlio della compagna di Castellino è stato riconosciuto dagli agenti della Digos che hanno visionato i filmati: pur avendo «il volto parzialmente travisato da uno scalda collo, indossava un cappellino da baseball di colore verde chiaro e un giubbotto di colore nero con cappuccio. Tuttavia si abbassava per pochi istanti la copertura mostrando così il volto».
Per quanto riguarda invece Massimiliano Petri, finito anche lui in carcere, la sua "indole violenta" «è provata dalla violenza che ha continuato a sprigionare anche nella fase successiva della manifestazione quando nelle ore serali a seguito di ulteriori scontri nei pressi dei palazzi istituzionali, alcuni operatori sanitari dell’Ares 118 intervenivano in via delle Covertite per le sue cure e sul posto, dopo essere stati accerchiati e aggrediti dai manifestanti presenti, riuscivano a caricarlo sull’ambulanza per condurlo all’ospedale Santo Spirito». In particolare, l’ultrà durante il tragitto in ambulanza ha danneggiato gli strumenti sanitari e afferrato per un braccio un’operatrice sanitaria ed è stato denunciato.