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Disastro annunciato sul vaccino Johnson & Johnson: il virologo Crisanti lancia pesanti accuse ad Agorà

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Un duro colpo ai vertici della casa farmaceutica, ma anche un messaggio alla politica e alle istituzioni sanitarie che si occupano della campagna vaccinale contro il Covid. A lanciare una bordata sul vaccino Johnson & Johnson, l’unico monodose sul mercato ai tempi del lancio, è il professor Andrea Crisanti, Direttore di Microbiologia e Virologia dell’A.O. Università di Padova. Il noto virologo è ospite della puntata del 28 ottobre di Agorà, programma di Rai3 condotto da Luisella Costamagna, e non le manda a dire sulla gestione della campagna di immunizzazione: “In Italia abbiamo iniziato la vaccinazione Johnson & Johnson quando Johnson & Johnson sapeva già che la protezione durava due mesi”.

 

 

Crisanti passa poi ad analizzare l’attuale situazione dei contagi in Italia e il perché in altri paesi la situazione sia ben peggiore: “La ragione per cui l’Italia ha meno casi di Covid oggi è perché ci siamo vaccinati più tardi e abbiamo ancora misure di restrizione, come le mascherine nei luoghi chiusi e le limitazioni di capienza. La realtà è questa. In Inghilterra e in Israele la maggioranza delle persone si è vaccinata tra gennaio e ad aprile. Mentre in Italia la maggioranza si è vaccinata tra aprile e luglio. La protezione della vaccinazione dalla trasmissione cala dopo sei mesi dal 95% al 45% e, contro le complicazioni, cala dal 90% al 65% nello stesso arco di tempo. Quindi per questo l’Italia ha la popolazione più coperta. La preoccupazione per i contagi si ha - spiega Crisanti - quando l’indice Rt supera l’1 e che Rt non ha nulla a che fare con i tamponi, sono cose diverse perché l’indice viene calcolato sui sintomatici”.

 

 

L’obbligo di vaccino per tutti può essere una soluzione? Il virologo risponde così sulla questione sollevata dalla Costamagna: “Ci sono tante persone che hanno fobie. Ci sono quelle che, per esempio, non viaggerebbero mai in aereo, nemmeno con l’obbligo. Bisogna accettare che c’è una piccola porzione di popolazione che ha questi problemi con la vaccinazione e queste persone non devono e non possono essere regalate ai no vax. Serve trovare un compromesso. Per esempio obbligarle ad usare la mascherina Ffp2 che è molto sicura”.

 

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