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Droga come shampoo: arrestata Claudia Rivelli. La sorella di Ornella Muti nei guai per traffico di stupefacenti

Valeria Di Corrado
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Avrebbe importato dall'Olanda diversi flaconi della cosiddetta droga dello stupro, per poi spedirla al figlio in Inghilterra, camuffandola con l'etichetta dello shampoo. Nuovi guai giudiziari per Claudia Rivelli, sorella dell’attrice Ornella Muti (quest'ultima estranea alle indagini), che lo scorso settembre era stata arrestata in flagranza di reato perché aveva in casa 3 litri di "droga dello stupro". La 71enne oggi è finita ai domiciliari nell’ambito dell’operazione condotta dai carabinieri del Nas, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto di Roma Giovanni Conzo, che ha portato a 39 arresti (di cui 28 in carcere) in relazione al traffico di nuove sostanze psicoattive (Ghb, Gbl, eroina sintetica, catinoni sintetici, benzodiazepine) acquistate dall’estero sul web o sul darkweb. Sono state individuate oltre 290 spedizioni di queste droghe verso tutto il territorio nazionale, per un volume di affari di 4,8 milioni di euro.

 

 

La Rivelli, in particolare, è accusata di importazione e cessione di sostanze stupefacenti, perché "con cadenza trimestrale, mediante spedizioni, illecitamente importava dall'Olanda vari flaconi di Gbl (la cosiddetta droga dello stupro, ndr) in quantitativi variabili tra uno e due litri, provvedendo - si legge nell'ordinanza di arresto - a inviarne parte al figlio Giovanni Maria Leone (il nipote dell'ex presidente della Repubblica), residente a Londra, dopo averne sostituito confezione ed etichetta riportante l'indicazione shampoo, in modo da trarre in inganno la dogana".

 

 

Il primo episodio contestato risale al 17 maggio 2019: quando il corriere le consegna un flacone da un litro di Gbl, "equivalente quanto meno a 1.200 dosi medie singole". Poi, dal mese di settembre 2020 fino al 15 settembre 2021 (data in cui l'ex attrice di fotoromanzi è stata arrestata in flagranza dalla polizia di Fiumicino), Claudia Rivelli avrebbe importato, "in tempi diversi ma secondo le stesse modalità, almeno altre 7 bottiglie di Gbl, sostituite con un nuovo confezionamento e inviate al figlio". Durante l'udienza di convalida dell'arresto, la sorella della Muti, si era giustificata dicendo che quella sostanza - che aveva definito una specie di "acquaragia" - la usava per pulire l'argenteria o la inviava al figlio Giovanni a Londra per lucidare la sua auto.

 

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