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Nella rossa Emilia negano le riprese del film di Franco Trentalance: "Ma non è porno"

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Una "censura" particolare, scattata forse per la "fama" del regista ossia Franceo Trentalance, ex divo a luci rosse italiano. È successo infatti che l’Ente di gestione per i parchi e la biodiversità Emilia Orientale ha negato le riprese del docufilm autobiografico "Sarò Franco, una vita un po’ porno" che la casa di produzione Wobinda di Bologna voleva realizzare, tra l'altro, anche in alcuni parchi della zona. 

 

I produttori Massimiliano Girvasi e Lapo Tanelli spiegaano al Resto del Carlino di aver chiesto, ormai da un anno, di poter riprendere delle scena panoramiche. Niente sesso, dunque. Ma la risposta dell'Ente, "arrivata con i ritmi da bradipo della burocrazia italiana", è stata negativa. "Sembrava che il problema fosse legato al luogo sacro che rappresenta Monte Sole, ovvero dove si è consumata una efferata strage nazista durante la seconda guerra mondiale. In un certo senso ci sembrava anche giusto, nonostante avessimo capito che il problema era il tema trattato e la presenza di Franco Trentalance nel film". Stessa risposta negativa a una analoga richiesta per il parco regionale dei Gessi Bolognesi e dei Calanchi dell’Abbadessa. "Come si fa a negare un luogo pubblico e in special modo un panorama?", si chiede la produzione che voleva riprendere zone care all'attore. 

 

Massimo Rossi, direttore dell’Ente di gestione per i parchi e la biodiversità Emilia Orientale, ha spiegato che il contenuto del documentario in questione "non è coerente con i luoghi chiesti". Eppure il film non ha nulla di pornografico, ma racconta la vita dell’ex attore hard che tra l'altro è anche un personaggio televisivo piuttosto popolare. 

 

E il diretto interessato che dice? Sul "no" dell'ente non si espone, ma spera che il film possa essere utile agli spettatori per spingerli a fare "quello che gli piace e farsi scivolare via i giudizi degli altri". 

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