incubo
Scuola, caos per i supplenti senza stipendi. Oltre 5 mesi di ritardo nei pagamenti
Non si sblocca nella scuola la situazione dei supplenti «brevi» ancora in attesa di ricevere lo stipendio. A raccontare quello che sta diventando un vero e proprio incubo sono le numerose segnalazioni di docenti precari, dal Nord al Sud dello Stivale, arrivate al nostro giornale, che denunciano stipendi ad oggi non ancora retribuiti riferiti ai mesi di supplenza di maggio e giugno 2021 e pure di marzo e aprile. Somme che riguardano, dunque, il passato anno scolastico. «Vari i capitoli di bilancio coinvolti: 1228, 1229 e 1230», precisano, da Varese fino in Sardegna. «È una storia allucinante, io sono della provincia di Frosinone, capitolo 1228», dice Leonardo Leoni. «Vogliamo far sentire la nostra voce perché è alquanto surreale questa vicenda, ancor più con l’emergenza sanitaria in corso. I nostri stipendi sono fermi e siamo già a metà ottobre», afferma Maria Grazia Preite, docente di Verona.
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I gruppi social esplodono di lamentele da un pezzo. «Sono un docente precario con contratto di supplenza breve. Devo ancora percepire tutto maggio, più otto giorni di giugno. Quanto ancora dobbiamo aspettare visto che già è in pagamento settembre 2021?», si sfoga un insegnante. «Abbiamo oltre cinque mesi di ritardo (tre è il numero massimo di mesi entro i quali gli stipendi vanno onorati», specifica un altro di Terni. «Chiedendo verifiche sul sistema, ci rispondono che si tratta di "risorse in corso di assegnazione da parte del Ministero". Ma non si risolve ancora nulla. Ad oggi non se ne esce, come si fa?», si accoda un’altra collega di Roma. E ai docenti precari si uniscono diverse figure del personale Ata rimaste anch’esse senza stipendio di maggio e giugno 2021.
«La motivazione ufficiale del Ministero dell’Istruzione – prosegue Preite - è stata la mancanza di fondi su quei capitoli di bilancio riferiti a contratti di supplenze brevi o saltuarie. La mancata retribuzione di questi mesi ha altresì comportato l'impossibilità di percepire l’indennità di disoccupazione NASPI per quei mesi, che di conseguenza si è ridotta di parecchio». Rimarcando: «Mai come quest'anno il contesto dei ritardi dei pagamenti ha pesato enormemente sui docenti e il personale Ata precario di tutta Italia, senza dei quali la scuola si sarebbe fermata, e ai quali non è stato certo risparmiato nulla in termini di impegni scolastici, spese personali per trasferte e alloggio in caso di incarichi fuori regione. Ecco perché parliamo tutti di una situazione, di fatto, insostenibile».