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Il falconiere della Lazio: "Stimo Mussolini e Franco. Non sapevo che il saluto romano fosse vietato"

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«Non so perché si sia scatenato tutto questo caos». Cade dal pero Juan Bernabé, il falconiere spagnolo della Lazio che sabato sera faceva il saluto romano e inneggiava al duce sotto la Tribuna Tevere. «Non c’entra nulla con la Lazio e per questo sono dispiaciuto - afferma Bernabé  al Messaggero -. Per me è un saluto militare, io sono nato dentro l’esercito. Ho una cultura di destra, sono del partito Vox come tanti amici calciatori e ne vado orgoglioso. In Spagna il gesto fascista si fa con il braccio piegato sul cuore a livello del petto. In Italia a quanto pare è anche così, non lo sapevo».

 

 

«È vero, l’ho fatto - dice a proposito del fatto di aver urlato ’duce, duce' - e non lo rinnego perché io stimo Benito Mussolini, ha fatto tante grandi cose per l’Italia così come Francisco Franco in Spagna. Sono un estimatore di entrambi e ne vado fiero. Sono un uomo che ha rapporti con tutte le razze, che ha girato il mondo, che fa business in tutto il mondo. A me non è ancora arrivato nessun comunicato di sospensione dalla Lazio, ma lo sto aspettando. È nell’aria, lo so già a livello informale ed è giusto. Sono responsabile di ciò che ho fatto. È stato un impulso legato all’euforia del post partita dopo un grande successo. Non sapevo - ha concluso nell'interivsta - fosse vietato quel modo di esultare nel vostro paese, altrimenti non l’avrei fatto. Non volevo mettere in difficoltà la Lazio. Ma sono qui, sono uomo e come tale pronto a pagarne le conseguenze subito».

 

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