La zanzara coreana invade il Nord Italia: resiste al freddo, virus e rischi
Vi state chiedendo perché a ottobre inoltrato ci sono ancora le zanzare? Vi state domandando come mai una volta la fine dell’estate coincideva con la scomparsa del molesto e odiato insetto e ora invece no? Perché in Italia svolazza la zanzara coreana che punge anche alle basse temperature. E gli studiosi lanciano l’allarme: “Un fenomeno da monitorare con attenzione perché sono serbatoi di virus patogeni trasmissibili all’uomo”.
Secondo una ricerca condotta dall’Università degli Studi di Milano, pubblicata sulla rivista Parasites & Vectors e ripresa dal “Corriere della Sera”, l’ “aedes koreicus” ha fatto capolino e si sta moltiplicando nell’area pedemontana e di pianura del Nord Italia (comprese le colline del Veneto e del Trentino) poiché è in grado di resistere al freddo più pungente. Nell'estate del 2020, gli scienziati della Statale hanno raccolto seimila larve e centinaia di uova di zanzara per uno studio tra le province di Bergamo e Brescia e hanno scoperto che molte appartenevano all’ “aedes koreicus”, probabilmente provenienti da un’isola vulcanica sudcoreana del distretto di Jeju. La specie è endemica in Giappone, nel nord della Cina, nella Corea del Sud e in alcune zone della Russia e la diffusione sul territorio italiano potrebbe essere legata all’aeroporto internazionale di Orio al Serio, ma anche ad altre zone infestate dell’Italia o della Svizzera. La presenza del pungente insetto è il risultato della “introduzione involontaria da parte dell’uomo di specie aliene di animali e di piante, al di fuori del loro territorio d’origine” come già accaduto con la zanzara tigre.
Nella ricerca si legge: “La capacità di dispersione di zanzare aliene è favorita da diversi fattori quali le condizioni climatiche, il continuo movimento di persone e di merci, la disponibilità di ambienti adatti allo sviluppo delle larve e di ospiti sui quali questi insetti possano compiere il pasto di sangue”. Tuttavia, non si tratta di un mero fastidio. Biologi e ricercatori avvertono che le “specie aliene invasive” vanno studiate a fondo per loro capacità di trasmettere virus patogeni per l’uomo e gli animali.