Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Mascherine obbligatorie al chiuso, Fabrizio Pregliasco gela gli italiani sull'abolizione: "Anche in futuro"

Giada Oricchio
  • a
  • a
  • a

“Terza dose? Dipende. La mascherina? E’ nel nostro futuro”. Fabrizio Pregliasco, docente all'università Statale di Milano, è intervenuto a Rainews24 per fare il punto della situazione sulla pandemia da Covid-19 in Italia. Prudenza resta la parola d’ordine: “La terza dose di vaccino dipenderà da quest’ultima battaglia in vista dell’inverno: se l’onda dei contagi, che ci aspettiamo in crescita, non sarà pesante o si manterrà in una situazione come questa, ci potranno essere dosi di richiamo, come per l'influenza, ma destinate ai soggetti più fragili e anziani. È un aspetto da valutare in modo flessibile e rapido, a seconda dell'andamento epidemiologico e di nuove varianti. In Italia stiamo valutando di abbassare l'età della terza dose ai 60enni per rafforzare le difese di quella fascia di popolazione”.

La diffusione del virus aumenta con le basse temperature e il virologo avverte: “L'inverno sarà per noi il banco di prova ancora di un possibile colpo di coda anche perché, purtroppo, sempre nell'ottica delle riaperture e del rilassamento rispetto allo scorso anno, ci aspettiamo una ripresa del virus influenzale che era scomparso e degli altri virus stagionali”. E la mascherina? Quando le si potrà dire addio? “La mascherina ormai è stata sdoganata. Credo e spero possa diventare un’attenzione nei momenti che servono, per ridurre il contagio da parte di chi è malato, un accessorio che nel prossimo futuro dovremmo ancora usare in condizioni particolari anche perché l'immunità di gregge non è di fatto raggiungibile. E’ comunque una responsabilità nostra, oltre alla vaccinazione, mantenere un nuovo galateo” ha aggiunto il virologo sottolineando: “Dobbiamo tendere alla massima vaccinazione possibile e più velocemente. Il risultato è limitato nello spazio: anche se come Italia e come Europa riusciamo a coprire la gran parte della popolazione il virus circola nel mondo, quindi nuove varianti potranno esserci. Nel futuro dobbiamo aspettarci andamenti ondulanti sulla base delle modalità di approccio o di limitazioni che ci saranno, e anche dell'andamento meteorologico perché l'inverno facilita la diffusione del Covid e degli altri virus”. 

Fabrizio Pregliasco ha concluso con un'osservazione ottimistica: “Stiamo davvero vedendo la luce in fondo al tunnel, ma dobbiamo continuare a seguire la via della prudenza che l'Italia ha scelto da tempo nella speranza che la primavera prossima possa essere un momento non di fine complessiva della pandemia, ma di una convivenza molto più civile con una riapertura alla normalità e alla nostra vita come la ricordavamo”.

Dai blog