Se fai il selfie con Matteo Salvini, per l'Avis non puoi donare sangue
All’Avis non far sapere che il selfie con Matteo Salvini può far piacere. Stavolta è un incredibile caso esploso in Lombardia a fare rumore. La vicenda è stata resa nota solo ora e riguarda un selfie che Salvini si è concesso nei giorni scorsi a Cassano D’Adda, al termine di un comizio per sostenere il candidato sindaco leghista (che poi ha vinto). Ebbene, tra i sostenitori del leader della Lega c’era anche Dario Giussani. Chi è? Lo scrive nel suo profilo facebook proprio Salvini: “Lui è Dario Giussani; E' famoso? No, ma dovrebbe esserlo. Classe 1953, ha superato le 500 donazioni di sangue, piastrine e plasma, regalando gioia, salute e vita a tantissimi malati e bisognosi. 500 donazioni, numero uno in Italia! Grande Dario, sono orgoglioso di averti incontrato stamattina a Cassano, spero che il tuo esempio di generosità sia un modello per tanti giovani".
In altri Paesi si sarebbe già dimessa, bordata Salvini alla Lamorgese
Queste parole hanno mandato al manicomio i dirigenti dell’Avis locale, evidentemente. Racconta Il Giorno di Milano: “Hai fatto la foto con Matteo Salvini, dovrai lasciare l’Avis", è quanto si è sentito dire al telefono il donatore Dario Giussani, 500 donazioni di sangue all’attivo, dal presidente degli avesini cassanesi. Il recordman conferma la telefonata ricevuta dicendosi amareggiato, ma non si dilunga: "Per me la vicenda è già chiusa, ho chiarito tutto con il presidente dell’associazione". Secca la smentita dall’Avis Cassano: "Non so cosa abbia capito al telefono Dario ma certamente non ho detto quella frase”. Quale? La censura o la smentita? Insomma, la commedia va avanti e tutto questo per una innocente fotografia con un leader politico. Perché il caso intanto è esploso. Il che la dice lunga su un clima politico davvero deprimente, per il quale non ci si potrebbe far vedere vicino a Salvini se si dona il sangue. Come se il leader della Lega non avesse più volte sollecitato gli italiani a farsi promotori della donazione di sangue per salvare chi ne ha bisogno. Salvini ha indicato un “superdonatore” come esempio e si trova persino censurato. Dove arriveremo è difficile da capire.
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