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L'Aria Che Tira, Fabrizio Roncone provoca su Conte e Peter Gomez reagisce male. Interviene Myrta Merlino

Giada Oricchio
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Marco Travaglio pietra dello scandalo tra Fabrizio Roncone e Peter Gomez. Il giornalista del “Corriere della Sera” e il direttore de “ilfattoquotidiano.it”, ospiti di Myrta Merlino a “L’Aria che Tira”, mercoledì 20 ottobre, si sono scontrati sulla leadership traballante di Giuseppe Conte nel M5S.

Dopo un intervento rassicurante di Fabio Massimo Castaldo del M5S che non ha convinto Roncone, Gomez ha detto: “Fabrizio, tu confondi due cose: che tra Conte e Di Maio ci sia rivalità e gelo è un fatto ed è vero, però non è vero che Beppe Grillo conta di più nel Movimento 5 Stelle e c’è un fatto storico che te lo dimostra. Grillo era contrario che Conte prendesse quel posto, c’è stata una mezza rivolta e l’80% degli iscritti ha detto che Conte doveva stare lì, questo non significa che Conte sarà il capo di quel Movimento per i prossimi 10 anni, ma è la prova provata che le cose non andavano nella maniera che diceva Grillo. E aggiungo che Conte lo hanno votato!”.

Il giornalista del “Corriere della Sera” ha assunto un evidente atteggiamento di scherno verso il collega: “Le leadership non si fanno a tavolino. Conte votato? Sì le famose votazioni del M5S, dai lo sai anche tu…”.

Di fronte alla sonora risata di Roncone, è scattata la replica stizzita de il direttore de “Il Fatto Quotidiano.it”: “Da fine osservatore quale sei, ti invito a commentare con maggiore serietà anche le persone che non ti stanno simpatiche. Io sono serio quando parlo di Forza Italia o altri partiti. Ci vuol un po’ di oggettività nelle cose altrimenti vi ritroverete come l’altra volta quando non vi eravate accorti di cosa succedeva in questo Paese, non avevate capito che il Movimento avrebbe preso il 30% e avete detto ‘oddio, oddio, cosa sta succedendo’”.

Roncone però ha continuato a dileggiarlo ridacchiando sotto i baffi: “Ti ringrazio per questa lezione che estenderò a tutti i colleghi, sei gentilissimo. Una lezione a gratis quindi sei molto generoso. Io invece ti invito a leggere i fatti delle ultime settimane e vedere quanto e come ha inciso Conte e a dirmi se questo è il leader di un partito”. In collegamento Fabio Castaldo del M5S ha dato ragione a Gomez e Roncone ha affilato la lingua per colpire con la forza di una frustata un punto debole: “Onorevole... non prenda per oro colato quello che dicono al Fatto. Il direttore ha scritto un libro su Conte, anzi un santino su Conte… (Il Conticidio, nda) non prenda per oro colato quello che dice Peter Gomez…. LAVORA al Fatto”.

L’affermazione è suonata come una delegittimazione alle orecchie di Gomez che, visibilmente indispettito, ha rivendicato la sua identità e preso (in parte) le distanze da Marco Travaglio: “Fabrizio, ti ricordo che sono il direttore de Il Fatto Quotidiano on line, sono pari grado a Marco Travaglio. Certe volte la penso come lui, certe volte no. Troppo comodo dire: siete tutti uguali. Io rispondo e sono direttore responsabile. Non funzionano così le polemiche, è disonesto da parte tua. Io non litigo, metto i puntini sulle i”.

Myrta Merlino ha difeso Gomez riconoscendogli autonomia di pensiero e invitando a non litigare tra giornalisti (cosa che le crea sempre imbarazzo), ma Roncone continuava a sorridere sornione. Quella che in apparenza era una caduta di stile, in realtà era una cosa voluta. Lo scrittore era felice di essersi levato un sassolino dalla scarpa. E il motivo è semplice: Fabrizio Roncone è citato spesso nel libro “Il Conticidio” di Marco Travaglio e sempre in maniera critica perché, secondo l’autore, avrebbe raccontato in maniera distorta, se non servile verso i potenti, e ai limiti della cattiva fede l’operato del premier Giuseppe Conte.

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