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Vittorio Sgarbi sgancia la bomba sul Quirinale: Draghi sicuro al Colle, ecco chi andrà al governo

Giorgia Peretti
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opo le elezioni amministrative, si apre la partita del Colle. Questo il tema in cui interviene Vittorio Sgarbi, martedì 19 ottobre a “L’aria che tira”. Il critico d’arte, candidatosi con Enrico Michetti come assessore alla Cultura della Capitale, è ospite nel salotto di Myrta Merlino per fornire un’analisi politica sul futuro della presidenza della Repubblica. Sgarbi sembra avere le idee chiare in merito alla corsa per il Quirinale. 

 

“Enrico Letta insiste con la conclusione del mandato di presidente del Consiglio. Come se fare il presidente della Repubblica fosse andare in vacanza, il presidente della Repubblica governa è colui che nomina i ministri quindi è indiscutibile. Lo dico per la quindicesima volta da 3-4 mesi il presidente sarà Mario Draghi”. 

“È l’unico che unisce – prosegue- e l'unico che prende i voti qua e di là non sarà né Prodi né Berlusconi né la Bindi, né Casini, né Franceschini. Sarà Draghi, il quale nominerà o Franco o la Cartabia per un governo transitorio. Perché non si può votare prima come pensa qualche altro folle, perché i cinquestelle vogliono il vitalizio e quindi si vota a marzo sciogliendo le camere a gennaio questo è il capitolo uno dell’errore di Letta”.

 

Il secondo errore del segretario del Pd sarebbe relativo alla “struttura elettorale fatta di coalizioni”. Sgarbi spiega: “C’è una coalizione di centrodestra ma non c’è quella di centrosinistra. Il Pd ha il 19%, poi ha LeU 0,5% poi cos’ha? Italia Viva che è meglio perderlo che trovarlo. Poi ha forse Emma Bonino e arrivano al 22%. Si vuole alleare con i cinquestelle, sbagliando, pensando che siano il 10% ma saranno il 6%”.

 

A restare fuori è Carlo Calenda, candidato sindaco di Roma per Azione, al quale il critico d’arte assegna un ruolo da protagonista: “La variabile e l’unico vincitore è Carlo Calenda. Non può andare a destra per ovvie ragioni ma non può andare a sinistra con i cinquestelle. Quindi nascerà un partito di Calenda che sarà l’elemento chiave di un centrosinistra o destra, che vale 20% a Roma e vale 8% sul piano nazionale. Non si può sommare alla falsa coalizione di Letta che non esiste, e siccome Letta non rinuncerà a Conte, perché è matto e perché pensa che Conte valga qualcosa invece non vale nulla, Calenda andrà da solo. A quel punto avremmo una coalizione di centrodestra, una non coalizione di centrosinistra e in mezzo Calenda da solo”. Infine, conclude: “Draghi presidente della Repubblica, Calenda forza di centro”.

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