No Green pass, protesta e tensione al porto di Trieste: i camion tornano indietro
Per Trieste si preannuncia una giornata complicata e ad altissima tensione quella di venerdì 15 ottobre. Sono alcune migliaia le persone che stanno partecipando alla protesta del Coordinamento lavoratori portuali di Trieste (Clpt), che manifesta contro l'entrata in vigore dell'obbligo del green pass per l'accesso al lavoro. Il porto di Trieste si conferma l'epicentro delle manifestazioni che sono scattate oggi in tutto il Paese per dire no alle misure anti-Covid del governo: "Nessun blocco, chi vuole lavorare lo fa" annuncia Stefano Puzzer, il leader della protesta ma la tensione è già alle stelle con molti lavoratori in presidio e i camion che fanno retromarcia e tornano indietro. Alcuni lavoratori portuali che non aderiscono alla manifestazione hanno regolarmente raggiunto la loro postazioni tra le grida dei colleghi davanti ai cancelli.
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Nei giorni scorsi il sindacato autonomo ha respinto la mediazione proposta dal governo di tamponi gratis pagati dalle azienda per chi non ha il certificato verde. Quello di Trieste è il settimo porto in Europa per movimentazione totale di merci e il primo in Italia con 62 milioni di tonnellate. La Commissione di Garanza degli scioperi ha giudicato "illegittimo" lo sciopero e, in quanto tale, il prefetto Valerio Valerio ha detto che configura un reato a carico di chi partecipa.
La protesta che blocca i camion significa la paralisi del più importante porto italiano, che negli ultimi anni ha conosciuto una crescita esponenziale e ha importanti progetti per un ulteriore sviluppo. Le associazioni datoriali hanno sottolineato che il rischio è di buttare via 15 anni di lavoro, di vedere - dall'eventuale terzo giorno di blocco - una drastica perdita di flussi di merci.
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