L'ipotesi di Rasi
Quando potrà essere abolito il green pass, Guido Rasi indica il "giorno X". Vaccino e lavoro, il nodo da sciogliere
Tutti col fiato sospeso in vista dell'obbligo di green pass per i lavoratori che scatterà venerdì 15 ottobre. Pesa l'incognita dei dipendenti non vaccinati che per ottenere il certificato vrde dovranno effettuare tamponi ripetuti, mentre le proteste sul provvedimento del governo - in primis la mobilitazione dei portuali di Trieste - rischiano di provocare la tempesta perfetta. Guido Rasi, consulente del Commissario all’emergenza Covid, il generale Figliuolo, ha commentato i temi del giorno a SkyTg 24 fornendo anche un possibile "giorno X" per l'abolizione dell'obbligo di green pass.
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L’obbligo vaccinale "mi sembra che non sia più all’ordine del giorno, anche perché è una cosa difficile da fare in tempi brevi. Personalmente io sono favorevole, ma ho capito che non è facile implementarlo", ha detto il consulente di Figliuolo. "Secondo me il green pass è un’ottima soluzione - ha sottolineato Rasi - in teoria se una persona ha un tipo di vita che le consente di stare isolata può anche decidere di non farlo. Dove non si può lasciare incertezza è in chi fa una vita socialmente attiva: lì è chiaro che il green pass deve essere una condizione imperativa, assoluta" rimarca Rasi tornando a ribadire la necessità di imporre il certificato nei posti di lavoro.
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Ma quando potremmo liberarci delle restrizioni? Nella "primavera 2022" il virus "potrebbe girare di meno, anche se poi dovremmo fare i conti con quello che accade nel resto del mondo dove ancora non si è vaccinato molto. Ci sono quindi tante variabili che non ci consentono di andare oltre un certo ottimismo ma sempre monitorando la situazione" dice il collaboratore di Figliuolo che sull’addio alle mascherine si sbilancia: "A fine primavera inizio dell’estate 2022, si può pensare ad uno stop".
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Ma l'attualità porta in cima ai pensieri degli italiani l'obbligo di certificato verde in azienda. Per valutare se togliere il green pass è necessario raggiungere il target del 90% degli over 12 vaccinati: "Sarebbe una buona base, con qualche verifica sui numeri - ha detto Rasi - È una base su cui si può iniziare a discutere, però il 90% deve essere molto omogeneo, l’omogeneità conta tanto, porta via tanti punti percentuali se non c’è". Insomma, l'obiettivo è difficile da raggiungere, ma non impossibile. Anche se "rimane il problema degli under 12: quando ci sarà il vaccino pronto per loro vediamo se continua a tenere quella popolazione. In Usa sta andando male, qui forse abbiamo vaccinato meglio e potrebbe bastare, però bisogna verificarlo".
Il dato che preoccupa oggi nella campagna vaccinale, però, è che rispetto al target che si voleva raggiungere, mancano all’appello "almeno 4 milioni di lavoratori, perché rappresentano la parte attiva, quella più importante nella circolazione del virus, e qualche persona sopra i 60 anni, che sono la categoria a rischio di intasare gli ospedali".