otto e mezzo
Otto e Mezzo, l’assurdo paradosso dei portuali di Trieste: si-vax ma no green pass. Pronte le dimissioni
Il rischio del blocco del porto di Trieste si avvicina dopo che i lavoratori portuali hanno annunciato l’intenzione di protestare contro il green pass, nonostante la circolare che sposta soltanto per loro a fine dicembre l’obbligo di dover esibire il certificato verde. Nella puntata del 13 ottobre di Otto e mezzo Lilli Gruber, padrona di casa su La7, intervista Zeno D'Agostino, presidente dell'autorità portuale di Trieste, che spiega quali siano i rischi per l’Italia in caso di blocco: “La situazione triestina è così anomala che raccontarla sembra quasi una burla. Ho portuali che sono sì vax ma sono no green pass. Non vale l’equazione quanti sono vaccinati o meno per capire la presa di quello che succederà dopodomani a Trieste. Chi non è vaccinato con il tampone gratuito prenderà il green pass e verrà a lavorare. Invece chi è vaccinato non verrà a lavorare. Situazione pazzesca”.
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La Gruber è quasi incredula davanti alle parole di D’Agostino e chiede conto del perché di questa protesta politica: “Dopodomani la manifestazione sarà no-green pass, i portuali saranno una parte. Non avremo la possibilità di lavorare per colpa di una manifestazione no-green pass che arriverà fino ai varchi portuali. È già programmata. Questo blocco continuerà ad oltranza, questo è il vero tema. Fino all’eliminazione del green pass in Italia il porto di Trieste verrà bloccato, impedendo a lavoratori e merci di poter entrare e uscire dal porto. Immaginate la sensazione del presidente del porto in questi momenti”.
Che cosa farà il dottor D’Agostino nel caso in cui una protesta del genere venga portata avanti? La risposta è secca: “Mi dimetterà con il blocco ad oltranza. Io ho una storia personale nel porto di Trieste, con un’empatia fortissima con il coinvolgimento del lavoro portuale, dando diritti, quantità e qualità di lavoro. Abbiamo tolto il precariato in porto, abbiamo dato la possibilità di avere un’agenzia del lavoro portuale. Abbiamo strutturato un rapporto fortissimo tra chi gestisce il porto e i lavoratori. Me ne andrò da un’altra parte nel caso. La mia legittimazione, a prescindere dalla nomina del ministro, mi è stata data dai portuali, veniva dal basso. Senza questa affinità di vedute - conclude il presidente dell'autorità portuale di Trieste - prendo atto e firmo quello che in qualche modo viene già sancito dal comportamento dei miei portuali”.