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Green pass, i tamponi non basteranno. L'allarme delle associazioni scientifiche "Troppi lavoratori non ce l'hanno"

Tommaso Carta
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L’obbligo del green pass al lavoro a partire dal 15 ottobre rischia di mandare in tilt il sistema del tracciamento. A lanciare l’allarme è il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta. I numeri sono chiari: in Italia ci sono circa 8,4 milioni di over 12 che ancora non hanno fatto una dose di vaccino e tra questi 4-5 milioni in età lavorativa. Questo, con l’obbligo di tampone ogni 48 ore, significa che il sistema dovrebbe sostenere 12-15 milioni di test a settimana e non sarebbe fattibile perché «non abbiamo questa capacità produttiva», spiega Cartabellotta. E neanche l’ipotesi di portare il tampone rapido a una validità di 72 ore, esattamente come quello molecolare, sembra poter essere una soluzione.

 

«Il problema reale è che le 48 ore fissate per il tampone rapido rappresentano un ragionevole compromesso che sta a metà tra politica, esigenze sociali, scienza e la reale affidabilità del tampone che in altri Paesi d’Europa viene richiesto ogni 24 ore», il pensiero di Cartabellotta. Inoltre più ci si allontana dal momento in cui viene effettuato il tampone «più aumenta la possibilità di contagio», dichiara ancora. E pure il virologo Fabrizio Pregliasco mette in guardia da quello che sarà un problema «sia per costi che per operatività».

La soluzione rimane quella della vaccinazione ma da questo punto di vista, secondo i dati raccolti dalla fondazione Gimbe, l’impatto del green pass è stato «modesto».

 

A dare una misura della situazione attuale, è il quadro all’ex Ilva di Taranto, dove sono ad oggi circa 1.600, su un organico di 8.200 diretti, i dipendenti di Acciaierie d’Italia che non risultano ancora muniti di green pass. Lo ha comunicato ieri l’azienda che ha incontrato i sindacati metalmeccanici per un punto di situazione. Vincenzo La Neve della Fim Cisl spieha all’Agi che «nel fine settimana ultimo sono circa 600 i green pass inviati all’azienda. Attualmente non sappiamo se questi lavoratori non hanno comunicato nulla all’azienda per indisponibilità personale, dimenticanza, disguido, oppure perché realmente non si sono sottoposti a vaccinazione».

 

Intanto nelle ultime 24 ore si sono registrati 1516 casi e 34 decessi con un tasso di positività dell’1,3%. In rialzo sia i ricoveri in area medica (+37) che quelli in terapia intensiva (+10). Numeri migliori rispetto a quelli di lunedì scorso dove i nuovi contagi erano stati 1.612 con 37 decessi.
 

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