consolidato accordo corruttivo
Appalti truccati a Salerno, arrestato un consigliere regionale. Indagato anche il sindaco Vincenzo Napoli
È bufera sul Comune di Salerno per l'inchiesta della procura locale su presunti appalti truccati, che ha portato la squadra mobile ad eseguire 10 misure cautelari, tra cui un consigliere regionale di Campania Libera (lista di ispirazione da Vincenzo De Luca), finito ai domiciliari. Tra i 29 indagati anche il sindaco di Salerno, appena rieletto, Vincenzo Napoli (per il quale non è stata richiesta alcuna misura cautelare). Gli arresti in carcere sono scattati invece per Fiorenzo Zoccola, presidente di una cooperativa sociale nonché gestore di fatto di diverse altre cooperative che avevano in gestione la manutenzione ordinaria e conservativa del patrimonio del Comune di Salerno. Ai domiciliari, oltre al consigliere regionale Giovanni Savastano, detto Nino, tra le altre cose ex assessore alle Politiche sociali del comune di Salerno, Luca Caselli, dirigente del settore ambiente del Comune di Salerno; divieto di dimora nel Comune di Salerno nei confronti degli imprenditori titolari delle cooperative. A Savastano è contestato anche il reato di corruzione elettorale.
Leggi anche: Roberto Jonghi Lavarini, chi teme il Fanf-Barone Nero? L'inchiesta di Fanpage non rivela nulla di nuovo
Nell'ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Salerno emerge un presunto "consolidato accordo corruttivo" tra Savastano e Zoccola, secondo il quale il consigliere regionale "stabilmente asserviva le funzioni pubbliche agli interessi personali propri e del privato in cambio del sostegno elettorale assicuratogli da Zoccola, garantendo a quest'ultimo l'affidamento degli appalti banditi dal Comune di Salerno aventi ad oggetto servizi pubblici alle società cooperative sociali riferibili al privato e ai suoi sodali". Savastano a Salerno alle ultime regionali ha ottenuto 16.587 preferenze, risultando il primo della lista del governatore De Luca.
Leggi anche: Travolto dallo scandalo, Kurz si dimette in Austria
Le indagini svolte hanno accertato - stando all'ordinanza del gip - come la gestione degli affidamenti per la manutenzione del patrimonio comunale e delle relative proroghe da parte del Comune di Salerno in favore delle cooperative sociali, sia stata caratterizzata da rilevanti profili di illiceità penale, con gravi ricadute in termini di gestione del denaro pubblico, violazioni del principia di libera concorrenza tra operatori economici e possibili inquinamenti nelle consultazioni elettorali. Al sindaco di Salerno, Napoli, viene invece contestato il reato di turbata libertà degli incanti con l'aggravante del pubblico ufficio. Secondo la procura Napoli, "nella qualità di sindaco del Comune di Salerno" insieme a Felice Marotta, quale collaboratore, "agendo in concorso tra loro e nelle rispettive qualità, con collusioni e mezzi fraudolenti, turbavano il procedimento amministrativo di scelta del contraente", avente ad oggetto "l'affidamento del servizio di noleggio auto mezzo lavastrada per un periodo di mesi 2" indetto con determinazione dell'amministratore unico della società 'Salerno Pulita s.p.a.' in data 20 marzo 2020, predeterminando l'oggetto dell'appalto e rivelando il contenuto delle offerte presentate dagli altri operatori economici, in modo che la conclusione del relativo contratto fosse assicurato a vantaggio della società cooperativa Sociale "Terza Dimensione", di fatto gestita da Zoccola.