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Dimartedì, “Covid nel recinto come un'influenza”. Ilaria Capua esulta: la vita può tornare alla normalità
Semaforo rosso per il virus. Ilaria Capua si dice fiduciosa sul Covid nella puntata del 5 ottobre di “diMartedì”: “Lo abbiamo messo in un recinto”. La professoressa e direttrice del Centro di Eccellenza One Health dell’Università della Florida interviene nel salotto di Giovanni Floris per tirare le somme sull’andamento della pandemia, contenuta dai vaccini, e rilanciare la ripresa della normalità. La professoressa spiega: “I fenomeni pandemici hanno una fase di attacco violento dove trovano tutti i semafori verdi, perché le persone non hanno anticorpi, non hanno strumenti per proteggersi. Gli unici che avevamo erano appunto le mascherine e il distanziamento sociale”.
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Poi prosegue sottolineando l’importanza di uno strumento come il vaccino: “Adesso noi in Italia siamo con una percentuale di vaccinati molto alta e quindi finalmente siamo riusciti a metterlo nel recinto. Che cosa significa? Non significa che il virus andrà via, il virus si sta endemizzando quindi sta passando dalla fase pandemica 'di attacco' alla fase endemica che è di circolazione virale 'sottotraccia' come tante altre malattie che conosciamo”. La virologa specifica che “non possiamo allentare la guardia ma possiamo dire che sappiamo di avere degli strumenti adesso il virus si trova tutti semafori rossi riusciti a confinarlo”.
Durante l’inverno il virus potrebbe tornare a farsi sentire ma per la Capua “la vita può tornare alla normalità”. Il virus sarà paragonabile ad una comune influenza: “Bisogna comunicare alle persone che questo virus si comporterà come un’influenza, quindi, provocherà dei casi clinici nelle persone non vaccinate, provocherà anche qualche caso clinico non grave nelle persone vaccinate ma comunque possiamo ritornare prima di tutto a non avere più paura. Adesso in Italia, abbiamo pochi morti e anche se c'è un po’ di circolazione attiva bisogna mettere in atto gli strumenti che abbiamo che conosciamo e riprendere la vita normale”.