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Turista americana mangia un gelato a Roma e rischia di morire per shock anafilattico

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Una turista americana ha rischiato di morire a Roma dopo aver mangiato un gelato a causa di una grave reazione allergica. Lo racconta il tabloid inglese Mirror.

Annika Larson era in vacanza in Italia e il 28 settembre scorso è andata in shock anafilattico dopo aver mangiato un gelato in una gelateria del quartiere Monti durante un tour di gruppo nel tardo pomeriggio. La 22enne ha una grave allergia alle noci e, secondo quanto da lei raccontato, le era stato detto che il gelato - gusti cioccolato e limone con curcuma - era fatto con ingredienti grezzi ed era privo di noci.

 

Dopo aver accusato problemi respiratori e accusato un gonfiore al viso, Annika ha usato il suo dispositivo EpiPen per fermare la reazione allergica. Poi è stata portata d'urgenza in ospedale in ambulanza.

La ragazza ha raccontato che i medici "hanno combattuto instancabilmente per salvarle la vita ed è grata di avercela fatta".

Annika, dal Texas, negli Stati Uniti, ha dichiarato: "Sono allergica a tutte le noci e dopo aver fatto delle ricerche, credo che il gelato contenesse anacardi e pasta di mandorle. Mi avevano detto che il gelato era fatto con frutta, cioccolato e acqua senza ingredienti aggiunti. Ho chiesto se il gelato conteneva noci e il personale mi ha detto di no. Solo pochi minuti dopo averlo mangiato ho sentito la lingua e la gola iniziare a formicolare e con il passare del tempo, i miei occhi hanno iniziato a gonfiarsi, insieme alle labbra e ho dovuto usare il mio EpiPen. L'ambulanza mi ha portato d'urgenza in ospedale e sono stata classificata come paziente in codice rosso. Una volta arrivata in ospedale, sono svenuta e mi sono svegliata pensando che stavo morendo. Se non avessi avuto il mio EpiPen, sarei morta e penso che gli stabilimenti alimentari debbano etichettare il loro cibo in modo più chiaro".

Annika è arrivata a Roma dopo una vacanza in giro per l'Europa con sua madre. "Mi è stato detto - racconta ancora la turista - che il gelato era vegano, il che avrebbe dovuto essere un campanello d'allarme per me poiché i prodotti vegani sono spesso realizzati con noci. Sono andata direttamente in farmacia e ho preso un antistaminico, ma il mio malessere continuava a peggiorare. Siamo salite su un taxi per tornare all'Airbnb dove ho chiamato il mio medico e mi ha detto che dovevo usare l'EpiPen: avevo paura di farlo perché sapevo che poi sarei finita in ospedale. Ho mangiato il gelato alle 16.40, dieci minuti dopo ho iniziato a sentirmi male. Una volta arrivate in farmacia hanno chiamato un'ambulanza. L'EpiPen mi ha aiutato a respirare meglio, ma la reazione era ancora in corso. Ero in ospedale dalle 18.30 fino a mezzanotte quando sono stato dimessa".

Annika lancia poi un appello: "Questo gelato avrebbe potuto uccidermi se non avessi agito rapidamente. Sarebbe utile per le persone che soffrono di allergie se gli stabilimenti alimentari etichettassero il loro cibo. La legge di Natasha dovrebbe essere mondiale: sono già stata in molti posti in cui ho detto loro che ho un'allergia e loro non sanno cosa c'è nel loro cibo. Mi spaventa e so che succederà di nuovo. Di solito sono brava a tenermi aggiornata, ma quando qualcosa viene etichettato in modo errato, non c'è molto che io possa fare" conclude la ragazza al Mirror. Il tabloid aggiunge di aver contattato la gelateria romana dove sarebbe avvenuto l'episodio per un commento.

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