come previsto
Luca Morisi, ma quale spaccio. Si sgonfia l'inchiesta: una "vendetta", spuntano le prove
Come ampiamente preventivato la vicenda che ha travolto Luca Morisi, il social guru di Matteo Salvini, man mano che passano i giorni appare molto diversa rispetto alle prime ore. Ma tant'è, il fango a pochi giorni dalle elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre è stato messo nel ventilatore e staccare la spina, ormai, non cambia di molto la situazione.
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Alcuni giornali oggi parlano di "vendetta" dei due escort romeni, di prezzi pattuiti che cambiano, di ricatti all'ex braccio destro del leader della Lega nella famosa giornata di Belfiore, nel veronese, il 14 agosto. E la "cessione di stupefacenti"? Resta nel titolo del fascicolo aperto dalla procura, ma le indagini secondo quanto riporta La Stampa vanno verso altre direzioni.
Nel pomeriggio del 14 agosto uno dei due prostituti gay chiama i carabinieri: "Questo è un furto! Qui c'è un uomo che ci sta fregando. Dovete intervenire", le frasi attribuite a tale "Nicolas", nome d'arte di uno dei due giovani, che quindi non si sarebbe sentito male per la droga consumata.
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Sostanza di cui i carabinieri arrivati poco più tardi nelle campagne di Belfiore non sapevano nulla, in basse alla telefonata precedente. "Secondo la versione degli escort, si erano accordati per 4 mila euro, ma Luca Morisi gli doveva ancora 1500 euro. Mentre stanno spiegando ai carabinieri una questione penalmente irrilevante, un militare nota il modo di parlare del ragazzo che li ha contattati. È impastato, stralunato, stravolto. Decide di fare una perquisizione nella sua auto. Trova una bottiglietta di liquido sospetto. 'È droga dello stupro', dice Nicolas. Solo a questo punto si dichiara preoccupato per le sue condizioni di salute e verrà accompagnato in ospedale. E qui entra in scena la questione penalmente rilevante. È forse per vendetta", è la ricostruzione del quotidiano torinese che ricorda come il giovane abbia accusato Morisi di avegli dato il Ghb.
Cosa accade dopo? I due dicono ai carabinieri di andare a casa di Morisi dovre potranno trovare stupefacenti, una quantità modica di cocaina con ogni probabilità per uso personale. Singolare anche la circostanza del "controllo casuale" circolata all'inizio, ora smentita. La procuratrice Angela Barbaglio ha spiegato: "Ho parlato di controllo casuale per spiegare che non c'erano indagini precedenti a quel giorno, nessuno era già sottoposto a investigazione. L'intervento dei carabinieri può benissimo essere partito da una chiamata al 112. Se nel proseguo delle indagini emergeranno altri fatti di rilevo, potrà cambiare anche il titolo di reato".
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Intanto Repubblica sottolinea un fatto secondario che in questo caso diventa rilevante, e non poco. I due escort, che il quotidiano chiama Alexander e Petre, lavorerebbero sempre in coppia a Roma e a Milano "e sono conosciuti anche per una particolarità". "A un certo punto delle serate chiedono più soldi di quelli pattuiti, e se ti rifiuti ti minacciano di chiamare la polizia, o comunque di rovinarti pubblicamente".