sentenza pesante

Invidiosi per la fiction Rai, ora Mimmo Lucano denuncia il complotto di "un magistrato e un politico di razza"

La condanna a 13 anni di reclusione è pesantissima. Mimmo Lucano, sindaco di Riace, dopo la sentenza del tribunale di Locri evoca il complotto. "Dietro la mia condanna ci sono ombre poco chiare" dice Lucano che indica "un magistrato molto importante, un politico di razza". Loro "hanno dall'inizio cercato di offuscare la mia immagine, il mio impegno verso gli immigrati, i più deboli", attacca il sindaco del comune calabrese.

 

Che però non fa i nomi: "Adesso è ancora presto, più avanti. Voglio prima leggere le motivazioni della sentenza. Mi aspettavo un'assoluzione piena. Io non mi sono mai lasciato intimidire da nessuno. Per ora hanno vinto loro, ma siamo solo al primo grado. Ci sarà l'appello".

 

Per Lucano alla base di tutto c'è la visibilità: "Già dall'inizio la mia popolarità, mai cercata, li ha infastiditi. Hanno voluto (e vogliono) che si parlasse solo di loro, delle loro attività, dei loro libri, delle loro inchieste. Io non ho avuto la notorietà perché me la sono cercata. Il mio impegno, il mio modo di aiutare il prossimo, sono stati gli argomenti che mi hanno reso popolare. A loro dava fastidio che i media, la politica, s' interessassero di quello che io facevo. Invidia pura. Diventata probabilmente anche rabbia quando la rivista Fortune mi ha assegnato quel riconoscimento e, soprattutto, quando la Rai ha voluto realizzare la fiction su Riace con Beppe Fiorello protagonista. Lì è scattato qualcosa che è alla base delle mie sventure giudiziarie", attacca in una intervista al Corriere della sera in cui sembra puntare il dito su personalità legate alla sinistra. 

 

Accuse pesante, seppur ancora prive di nomi. "Sta dicendo che il magistrato 'importante' potrebbe aver influito già dall'inizio della sua vicenda imponendo la carcerazione e poi anche l'esilio?", gli chiede il giornalista. E Lucano risponde: "Dico solo che il giudice delle indagini preliminari aveva bollato questa inchiesta come un 'acritico recepimento delle prove' (...). La Cassazione ha rinviato gli atti al Tribunale della Libertà, annullando il mio esilio. Eppure, oggi subisco questa sentenza senza precedenti".