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“Trattati come me*de". Sgarbi sbrana Pregliasco a Non è l'Arena e difende chi si oppone alla “dottrina” del vaccino

Giorgia Peretti
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È scontro tra Vittorio Sgarbi e il virologo Fabrizio Pregliasco. Entrambi sono ospiti nella prima puntata della nuova stagione di “Non è L’Arena”, il programma di approfondimento di La7 condotto da Massimo Giletti, mercoledì 29 settembre. Ad accendere la miccia tra i due sono le cure domiciliari contro il Covid. La trasmissione dedica un ampio blocco al tema delle cure alternative al vaccino per combattere il virus. A rappresentanza di una grande fetta di medici che hanno aderito al protocollo domiciliare è Andrea Stramezzi, dentista, oggi impegnato alla lotta al coronavirus. Nel corso dell’intervista il medico non ha potuto esimersi dalle critiche molto dure del collega, docente dell’Università Statale di Milano, che ha definito le sue teorie “demenziali”. A prenderne le difese è Vittorio Sgarbi: “Stramezzi così come altri, che sono colleghi di Pregliasco, siccome non hanno accettato la dottrina del Dio vaccino li avete trattati come delle mer*e!”. “Ma non è così dai”, prova a rispondere il virologo. “Come no? – ribatte il critico d’arte -.  Lo stai facendo tu con lui, hai detto 4 volte demenziale (poco prima Pregliasco si era scagliato brutalmente contro le cure domiciliari prescritte da Stramezzi nda). “Ne sono totalmente convinto infatti!”, ribadisce Pregliasco.

 

 

Da qui inizia il dritto e rovescio, prima Sgarbi poi Pregliasco: “No, no, non è demenziale è una cura. Forse sbagliata ma non è affatto demente, lui è un uomo colto”, “Ma è un testimonial negativo perché dice queste cose quando è un collega medico”. Il politico gli punta il dito contro: “Eh ma anche tu sei negativo perché tu hai distribuito come tutti in televisione la paura per una malattia che è di gran lunga meno importante del cancro”. “Era necessaria, ci voleva (la paura, nda), era una malattia pericolosa”, si giustifica Pregliasco. Sgarbi prosegue: “Non hai detto non fumate! Lo Stato ha tenuto aperto le tabaccherie e ha proibito di andare in bicicletta all’inizio”. Infine, conclude l’intervento sollevando le incongruenze e le contraddizioni del Green Pass: “Non puoi imporlo all’aperto, non c’è in Spagna. La sanità è mondiale? Allora diciamo una cosa che valga qui come a Madrid e invece sono meno i morti a Madrid dove erano aperti i musei e i teatri di quanti fossero i morti di Milano dove era tutto chiuso”.

 

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