Cambi contro Roncone
Tagadà, scoppia la lite sull’assurdità del voto e dell’obbligo di green pass: rissa tra Cambi e Roncone
Carlo Cambi all’angolo destro, Fabrizio Roncone all’angolo sinistro. Lo studio di Tagadà, programma di La7 condotto da Tiziana Panella, si trasforma in un ring nella puntata del 29 settembre, dove si arriva allo scontro tra i giornalisti. “Nel decreto 122 si dice che chiunque entra in un edificio scolastico deve essere vaccinato e presentare il green pass, invece il protocollo elettorale del ministero dell’Interno e della Sanità non si occupa di questo, ma dice semplicemente che chi ha il certificato elettorale può andare a votare senza green pass. Quindi posso esercitare il diritto di voto senza green pass, ma non posso entrare al seggio” le parole di Cambi, che espone questa assurdità in vista delle elezioni del fine settimana.
Roncone, giornalista del Corriere della Sera, non accetta le critiche all’esecutivo di Draghi: “Non possiamo dire certe cose su un Governo che ha fatto una campagna vaccinale su un intero Paese, con difficoltà logistiche gigantesche”. Cambi prova ad intervenire e si verifica il primo scontro, con Roncone che alza la voce: “Calmati Cambi! Sei un po’ agitato. Che colpa ne ha Speranza se ha un viso triste. Ci sono imbecilli che non vogliono vaccinarsi e altri che non hanno dubbi. Il Governo è un modello in tutta Europa per la gestione della pandemia. Il tuo è populismo Cambi”.
Cambi replica stizzito: “Lo Stato ha detto agli italiani che se non si vaccinano perdono il lavoro. Non ha usato le giuste parole per spingere gli italiani”. Ma Roncone è una furia e lo interrompe: “In Italia ci sono tante persone che non possono stare come te all’aria aperta dentro la vigna. Ci sono tante persone…”. Il giornalista viene interrotto nuovamente dal collega e sbotta: “Mi fai parlare?!”. “Queste persone hanno il diritto garantito dalla Costituzione al lavoro e alla salute. In catena di montaggio non posso avere il sospetto di avere un no-vax accanto a me che mi infetta. Tutto si ferma e si perde il lavoro” conclude con toni duri Roncone, che lascia spazio alla contro-risposta di Cambi: “Prima del vaccino le fabbriche hanno lavorato a pieno ritmo, con protocolli sanitari e nessun vaccino. Vorrei che ci fosse un rapporto fiduciario con il cittadino. Spero che Bassetti possa spiegarmi se lui va in corsia e ad un malato dice ‘guardi che se non si cura muore’ oppure ‘se si cura ha una speranza di vita’. Sarà una sottigliezza, ma c’è differenza, tutto qui”.