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Covid a scuola, riduzione della quarantena da sette a cinque giorni

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I contagi continuano a calare. E le terapie intensive sono sotto controllo. A questo punto si apre il discorso quarantene. Perché con i dati attuali, forse andrebbero ridotte.

«Sostenere ancora i 7 giorni è una misura troppo invasiva. Si possono ridurre, passare ad esempio a 5 giorni o ancora meno». Così il sottosegretario alla Salute Andrea Costa a "Timeline" su Sky Tg24, parlando della quarantena in caso di contagi a scuola. «Non trovo troppo consono - ha spiegato - il fatto di prevedere ancora una quarantena così lunga, credo che invece si debba accorciarla». Per ora «è in atto una riflessione, credo che dobbiamo cercare di dare delle opportunità in più. Non possiamo non tener conto che oggi l’80% dei nostri concittadini sono vaccinati. Per questo penso che, anche per quanto concerne la quarantena, quando siamo in presenza di vaccinati si possa arrivare ad una riduzione. Questo ci aiuterebbe a limitare la Dad e quindi a favorire la scuola in presenza». «Sulla scuola - ha ricordato il sottosegretario - avevamo un obiettivo che era quello di riprendere l’anno scolastico in presenza, ma ora ne abbiamo subito un altro, ovvero quello di garantirne la prosecuzione in presenza». 

La riflessione sulla riduzione delle quarantene viene ripresa anche a livello locale. «Oltre a ragionare sulle quarantene degli alunni si tenga conto anche di quelle dei docenti. Se si parla di riduzione o rimodulazione, chiediamo alla regione Lazio di rendere il più possibile simili i protocolli adottati dalle Asl per gestire le quarantene degli insegnanti». Lo dice all’Adnkronos la presidente dei presidi per il Lazio, Cristina Costarelli che comunica: «abbiamo chiesto un tavolo tecnico con la Regione per analizzare le criticità e trovare soluzioni». Quindi sull’idea di quarantena in micro bolle, ad esempio limitata al compagno di banco afferma: «La scuola non è un aereo». «La quarantena dei docenti dall’anno scorso viene gestita in modo diversificato - rileva - Per cui noi ci troviamo con Asl che mettono in quarantena i docenti in modo automatico nel caso in cui in una classe ci sia stato un caso di positività al covid, ed altre che invece richiedono ai docenti la compilazione di questionari in base a cui scatta o meno la quarantena - spiega - Non si considera che un docente in isolamento è tolto a più di una classe e che ciò genera un disagio complesso e difficile da gestire. Per questo stiamo chiedendo alla Regione che i protocolli dei questionari siano simili, ma ancora svariate Asl del Lazio non li hanno inviati».

 Quarantena solo per il compagno di banco? «Qui entra in gioco la competenza medica - risponde Costarelli, anche dirigente del liceo Newton a Roma - Noi sosteniamo che l’azione eventuale di riduzione della quarantena debba essere abbinata allo screening attraverso i tamponi. La bolla senza screening non è una garanzia. Gli studenti si muovono. Ed è impensabile basarsi sul loro resoconto. A differenza di quanto pensa D’Amato, la scuola non è un aereo». E guardando al post quarantena la presidente Anp Lazio solleva la questione medici di base: «manca l’informazione capillare. Alcuni ancora neanche sanno di dover fare il certificato di rientro a chi è andato in quarantena, dato che ormai la durata dell’isolamento è differenziata in base allo stato vaccinale. Così i ragazzi tornano in classe alla spicciolata, a me è capitato che prima di essere tutti presenti - conclude - siano state necessarie addirittura due settimane».

 

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