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Elezioni Germania, è subito stallo per il dopo Merkel. Scholz rivendica la cancelleria, Cdu mai così in basso

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Un testa a testa senza un chiaro vincitore il verdetto che sta emergendo dai primi risultati delle elezioni in Germania, con i due schieramenti principali che sostengono Olaf Scholz (Spd) e Armin Laschet (Cdu-Csu) rivendicano la cancelleria.

La scelta di Angela Merkel di non ricandidarsi per un quinto mandato alla guida del governo tedesco ha fortemente penalizzato il suo partito. A giudicare dalle prime stime, la Union, ovvero l’insieme di Cdu e Csu (cristianodemocratici, nazionali, e socialdemocratici, bavaresi) avrebbe ottenuto il peggior risultato della sua storia. Se si pensa che nelle precedenti elezioni federali la quota era pari al 32,9%, il 25% (nella migliore delle ipotesi) di questa tornata elettorale rappresenta un 8% in meno. Se poi ci si ricorda dei sondaggi di pochi mesi fa, l’Unione aveva quote superiori al 37%. 

 

È un quadro incerto che lascia aperte molte opzioni quello che emerge dalle prime proiezioni. La Cdu/Csu, il partito conservatore di Angela Merkel, ha subito un clamoroso tracollo  mentre i socialisti dell’Spd sono balzati dal 20,5% al 24,9% secondo le proiezioni della Ard, laddove la Zdf assegna all’Spd il 25,8% e un vantaggio di oltre un punto e mezzo rispetto alla Cdu/Csu, data al 24%. Con un testa a testa così serrato, a decidere saranno i liberali dell’Fdp, dati all’11,7% (un punto in più rispetto al 2017) e i Verdi, che si attesterebbero al 14,6% (8,9% nel 2017).

 

I primi hanno manifestato una preferenza per un’alleanza con la Cdu/Csu, i secondi preferirebbero andare al governo con l’Spd ma entrambi i partiti sono aperti a ogni possibile scenario, ovvero una coalizione ’Giamaica' (Cdu/Csu+Fdp+Verdi) o una coalizione ’semaforo' (Spd+Fdp+Verdi). Sembra invece remota la possibilità di un governo «rosso-rosso-verde», ovvero composto da Spd, Verdi e Linke in quanto l’estrema sinistra rischia di non superare la soglia di sbarramento del 5%. Una riedizione della ’Grande Coalizionè tra Cdu/Csu e Spd avrebbe i numeri per governare ma appare lo scenario meno probabile in quanto entrambi i due maggiori partiti appaiono determinati a formare una coalizione che escluda l’altro. I rapporti di forza molto più equilibrati renderebbero inoltre assai complicato scegliere a chi spetti nominare il cancelliere. Rimane isolata l’estrema destra di Afd, scesa dall’12,6% all’11,6%, con la quale non intende governare nessuno. 

 

Con il testa a testa tra Cdu-Csu e Spd, inoltre, a decidere le elezioni per il rinnovo del Bundestag (e l’avvio del «dopo Merkel») potrebbe essere il voto per posta. Secondo gli esperti, ha votato per corrispondenza almeno il 40% degli elettori, contro il 29% del 2017. Un record assoluto da quando è stato introdotto il voto per posta nel 1957, storicamente spostato a sinistra. Deutsche Post, la compagnia postale tedesca, si era preparata a smistare una quota pari al 60% del totale dei voti. Per votare per corrispondenza, i tedeschi devono compilare la scheda elettorale, sigillarla nella busta blu che poi va inserita nella tradizionale busta rossa elettorale insieme alla dichiarazione firmata al posto del giuramento. I voti per posta devono arrivare entro le 18 dell’Election Day, ovvero entro la chiusura dei seggi quando scatta lo spoglio.

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