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Alla fine Luciana Lamorgese alza la voce sui migranti: dalla Ue proposta inaccettabile

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Luciana Lamorgese batte un colpo. Il ministro dell’Interno ha partecipato a Malaga alla seconda riunione ministeriale dei Paesi mediterranei dell’Unione europea insieme ai ministri dell’Interno Spagna, Grecia, Malta e Cipro. “Abbiamo aggiunto un altro tassello che consolida il fronte dei Paesi mediterranei dell’Unione impegnati in prima linea a gestire i flussi migratori via mare e via terra e abbiamo ribadito che il gruppo Med-5 si presenta unito e pronto a collaborare al meglio nella trattativa in corso a Bruxelles, con controproposte costruttive tali da rendere il Patto Immigrazione Asilo presentato dalla Commissione più equilibrato nella sua stesura finale. Nella proposta del patto europeo su immigrazione e asilo ci sono punti inaccettabili. Serve un punto di equilibrio tra responsabilità e solidarietà. L’emigrazione non è un fenomeno congiunturale ma strutturale che va affrontato con strumenti e meccanismi adeguati”, le parole della titolare del Viminale, che da mesi è nel mirino di Matteo Salvini e Giorgia Meloni per la gestione dei clandestini. 

 

 

Nella dichiarazione finale, i cinque Paesi del Med-5 hanno fissato i punti chiave di un approccio comune al tema della gestione delle migrazioni che sono causate da un fenomeno globale, strutturale e non congiunturale, e hanno sottolineato, quindi, che ogni sforzo debba partire dall’aspetto della prevenzione per poter arginare i flussi “a monte”, prima che raggiungano le frontiere esterne dell’Unione. Per questo - è stato ribadito nel documento dei Med-5 - la politica migratoria dell’Unione europea deve essere adeguatamente finanziata per affrontare in modo proporzionato tutte le rotte dirette verso la Ue, in modo che si possano sviluppare progetti finalizzati a rafforzare le capacità operative e istituzionali sia degli Stati membri sia dei Paesi di origine e di transito dei flussi nella lotta contro l’immigrazione irregolare e il traffico di esseri umani. “Con gli altri ministri dei Paesi mediterranei - ha aggiunto la responsabile del Viminale - abbiamo condiviso la necessità e l’urgenza di una politica europea che sappia garantire adeguate e ambiziose risorse finanziarie ai piani di partenariato strategico con i Paesi terzi che dovranno sempre essere ispirati a principi di concretezza e di operatività.

 

 

I Paesi mediterranei sottolineano anche come l’azione di prevenzione della Ue debba essere migliorata, come dimostra l’aumento del numero degli arrivi irregolari nell’Unione attraverso le frontiere dei Paesi Med-5, in particolare via mare. Questi arrivi, riguardanti persone aventi o meno diritto alla protezione internazionale, generano comunque movimenti secondari crescenti, sovraccaricando i sistemi di asilo, di accoglienza e di rimpatrio e, soprattutto, la tragica perdita di vite umane. Viene così confermato l’impegno dei Paesi Med-5 finalizzato a controllare efficacemente le frontiere esterne, in linea con gli obblighi internazionali previsti, e viene ribadita la necessità di un coinvolgimento europeo comune nei rimpatri e di un ruolo attivo delle agenzie della Ue nella dimensione esterna. Sulla specificità delle frontiere marittime, viene inoltre sottolineato che gli sbarchi collegati a operazioni di ricerca e soccorso (Sar) non implicano un controllo carente delle frontiere esterne dell’Unione ma piuttosto l’adempimento degli obblighi internazionali. Questi eventi dovrebbero essere considerati come una vera e propria responsabilità della Ue, prevedendo regole specifiche per le persone sbarcate nel Patto europeo per la migrazione e l’asilo.

 

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