corsa all'immunizzazione
L’offensiva di pediatri e virologi: "Vanno vaccinati pure i bambini"
In attesa che arrivi il via libera ufficiale delle agenzie del farmaco americana ed europea alla somministrazione del vaccino anti-Covid nella fascia d’età tra i 5 e gli undici anni, aumenta la pressione degli addetti ai lavori per immunizzare anche i più piccoli. Gli ultimi ad esprimersi su questo fronte sono i rappresentanti della Società italiana medici pediatri (Simpe) che, per bocca del presidente Giuseppe Mele, invitano a varcare anche questa frontiera. «È importante che» contro Covid-19 «si vaccinino anche i bambini» dice Mele ai microfoni della trasmissione «L’Italia s’è desta» su Radio Cusano Campus. «Quando gli enti regolatori daranno il via libera - spiega - saremo sicuri che il vaccino funziona. Il virus sta circolando molto anche tra i bambini, che si ammalano meno rispetto agli adulti, a volte sono paucisintomaci» e «a volte asintomatici. Ma a volte - avverte l’esperto - c’è anche una situazione abbastanza seria con la malattia multisistemica pediatrica che interessa organi molto importanti. Quindi c’è una variabilità sintomatologica dal punto di vista clinico. Accanto a questo - aggiunge Mele - c’è anche il long Covid che in alcuni casi sta creando dei problemi a livello neuropsichiatrico».
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Solo 24 ore prima era stato il presidente della Federazione medici pediatri (Fimp), Paolo Biasci, a insistere sul punto. «Adesso sappiamo che dovranno lavorare le agenzie regolatorie, sia la Fda negli Stati Uniti che l’Ema in Europa, e credo che nel giro di poche settimane avremo una approvazione all’uso definitiva. Forse sono un po’ ottimista ma spero che per Halloween potremmo farcela a iniziare a vaccinare la fascia di età tra dai 5 agli 11 anni che fino ad oggi è rimasta esclusa, ma che potremo recuperare». Che si tratti di Halloween o di Natale comunque, «è consigliabile fare il vaccino ai bimbi», raccomanda il presidente Fimp.
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Anche il consulente del commissario Figliuolo, Guido Rasi, è stato esplicito sul punto: «I più piccoli devono essere vaccinati innanzitutto per loro stessi perché cominciano a esserci casi preoccupanti», perché c’è «una fascia molto vulnerabile che va dai 3 agli 11 anni. Che è normale, è l’età in cui hanno bisogno di fare esperienza immunitaria, ma l’esperienza del Covid potrebbe essere molto dannosa» ha detto Rasi. Le uniche perplessità sul punto erano state espresse dal virologo Roberto Burioni, che aveva lamentato l’esiguità del campione su cui Pfizer ha eseguito i test per la fascia d’età 5-11 anni: «Sono troppo pochi 2.200 bambini» ha detto.