Covid, la terza dose del vaccino Pfizer chi la deve fare? Parte il conto alla rovescia
Ottenuto il green pass, il prossimo dilemma è: cosa fare quando scadrà? Il dibattito sulla terza dose del vaccino anti-Covid impegna il mondo scientifico, che non riesce ancora a dare una risposta chiara. La tendenza iniziale sembrerebbe quella, per quanto riguarda ad esempio Pfizer, di suggerire la terza dose per gli anziani e gli immunodepressi, mentre ci sono meno riscontri sull'effettiva necessità di sottoporre i più giovani a una terza iniezione.
La decisione dell’ Ema «su un’ulteriore dose del vaccino Pfizer per le persone dai 16 anni in su» per «rinforzarne la protezione» è attesa «per inizio ottobre, a meno che non siano necessarie informazioni supplementari». Lo ha detto Marco Cavaleri, capo della strategia vaccinale dell’ Ema, durante la conferenza stampa sul contrasto al Covid-19. L’esperto ha ricordato che «l’evidenza sta diventando più chiara sulla necessità di somministrare la terza dose per le persone immunodepresse» la cui protezione potrebbe diminuire dopo alcuni mesi dalla seconda dose. Nonostante la lunga efficacia delle due dosi sia confermata anche dagli ultimi dati, ha aggiunto Cavaleri, iniziano a emergere alcune indicazioni in merito «alla riduzione di efficacia nella prevenzione delle ospedalizzazioni dei vaccinati, particolarmente tra le persone più anziane».
La terza dose è un "booster" che andrebbe somministrato almeno 6 mesi dopo la seconda dose. «L’ Ema, insieme all’Ecdc», il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie, «esamina costantemente le evidenze» provenienti «dalle campagne di vaccinazione, per valutare se i livelli di protezione offerti dai 4 vaccini» contro Sars-CoV-2 «autorizzati in Ue debbano essere potenziati con una dose di richiamo», ha ricordato Cavaleri. «Tutti i vaccini attualmente approvati forniscono una forte protezione contro il ricovero in ospedale e la morte per Covid-19», ha ripetuto, ricordando che «la priorità rimane quella di assicurarsi che il maggior numero possibile di persone sia completamente vaccinato» con le due dosi previste dal ciclo di immunizzazione. Quanto ai pazienti immunodepressi, «gli studi sulle persone immunocompromesse - ha ribadito l’esperto, confermando quanto già indicato nel precedente punto stampa - mostrano che una dose aggiuntiva di vaccini a mRna può aumentare il livello di protezione» contro Covid. «I dati, sia per Comirnaty che per Spikevax», il vaccino di Moderna, «sono attualmente in fase di revisione».
Altro tema "caldo" è quello dei bambini. «Ci aspettiamo che Pfizer presenti una richiesta di autorizzazione dell’uso del vaccino per i bambini tra i 5 e gli 11 anni a ottobre e che Moderna la presenti a novembre» ha spiegato Cavalieri,. «Per l’autorizzazione generalmente ci vogliono quattro settimane», ha aggiunto.