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Tagadà, il grido di allarme di Nino Cartabellotta (Gimbe) sui contagi a scuola: "Il vaccino non basta, gli studenti tornano in Dad"

Giada Oricchio
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“La presenza al 100% era un’utopia, ma come si pensa di non tornare in Dad se non si è fatto niente?”. E’ quasi un grido di dolore, quello di Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, sulla situazione dei contagi nella scuole italiane. Cartabellotta, ospite di “Tagadà”, il programma di Tiziana Panella su LA7, spiega con tono amareggiato e allo stesso di rimprovero: “La strategia di puntare solo sui vaccini non è sufficiente. Il vaccino da solo non basta perché ci sono una serie di problematiche non risolte nelle scuole come areazione e ventilazione o i trasporti su cui non si è investito. Era impossibile la presenza al 100%. C’è un pezzo importante di scuola per cui non abbiamo il vaccino e un altro, quello dell’infanzia, in cui non c’è l’obbligo di mascherina. Nella scuola il contagio si poteva contenere con i vaccini laddove autorizzati, con le mascherine, il campionamento, gli interventi strutturali e gli screening sistematici che invece facciamo solo con le scuole sentinella”.

Ed ecco la domanda retorica che pesa come un macigno sul governo Draghi: “Come si pensava di garantire la scuola in presenza al 100%? Tutto quello che previene il contagio non è stato fatto in maniera sistematica. Bisognava cucire un vestito su misura su alcune categorie di scuola perché il nido, la scuola primaria o quella di infanzia hanno esigenze diverse”.

Il professor Aldo Morrone, infettivologo di fama mondiale, condivide le parole di Cartabellotta sottolineando che la variante Delta si diffonde con facilità tra i bambini: “Più che preoccuparmi, mi occuperei di fare una campagna per vaccinare i bambini dagli 11 anni in su, è fondamentale. Adesso c’è la possibilità di non isolare un’intera classe se un bambino o uno studente risulta positivo. L’ipotesi è quella di utilizzare lo stesso sistema dell’aereo: in isolamento solo le file vicine. E’ un’utopia pensare alla presenza al 100%, ma è anche un’utopia pensare di mandare in quarantena tutta la classe. Nemmeno se gli studenti non sono vaccinati ha senso mandarli tutti in quarantena”.

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