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I colloqui segreti di ITA, come farsi assumere dalla nuova Alitalia

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Alessandra Zavatta
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«Come ti descrivi? Parlaci di te. Quali sono per te i valori più importanti?». Per lavorare con Ita basta un provino. Un video dove i candidati piloti, hostess, rampisti, meccanici devono rispondere a cinque domande. Per ognuna hanno trenta secondi per prepararsi e un minuto per registrare la risposta. «Racconta un progetto o un’attività sfidante svolta con successo che ti ha visto coinvolto e di cui sei particolarme orgoglioso», è la seconda question-time. E ancora: «Cosa ti attrare della possibilità di lavorare in Ita?». Quali sono le caratteristiche che rendono una squadra vincente?». «Quali sono le abilità che vorresti sviluppare?».

Ita, erede di Alitalia, manda in soffitta il vecchio modo di selezionare il personale. Niente più brevetti e certificati come biglietto da visita a dimostrare le capacità di saper far decollare jet, aggiustare motori. Che, ovviamente, devono esserci. Ma in un secondo momento. Il percorso per essere assunti ora è tutto digitale. Le selezioni sono iniziate il 26 agosto e oggi, secondo quanto annunciato dal presidente di Ita Alfredo Altavilla ci saranno le prime assunzioni. Ma come stanno avvenendo queste benedette selezioni?

Dopo aver inviato, rigorosamente online, il curriculum vitae, l’azienda spedisce ai candidati un questionario. Ovviamente con la posta elettronica. Con il Covid non ci incontra, tutto si fa a distanza. Con l’email catapultata sul computer vengono chieste le precedenti esperienze. Esperienze che per gli ex dipendenti Alitalia non mancano. Ma non mancano neppure agli assistenti volo di altre compagnie, in maggioranza low cost che cercano di entrare nell’ottovolante digitale per essere tra i 2.800 dipendenti che potranno decollare con Ita il 15 ottobre prossimo. Tra quattro anni, se tutto va bene e i passeggeri torneranno, le assunzioni saliranno a 5.500. Per quella manciata di posizioni, 2.800 appunto, hanno risposto in ventimila.

C’è chi arriva da una lunga carriera nella compagnia di bandiera, chi da altre società di navigazione, chi da aziende che non hanno nulla a che fare con il trasporto aereo. Non mancano i disoccupati. Tantissime le donne.
«Cosa ti attrae della possibilità di lavorare in Ita? Come immagini la nuova compagnia e quale contributo pensi di poter offrire?», è la domanda dei «recruiters». Considerata la più «difficile», perché è facile deragliare. Dire troppo oppure tacere notizie utili ai selezionatori. Un passo falso può compromettere il futuro. Tutti comunque provano a raccontare al meglio esperienze di lavoro fatte, tante o poche che siano, e il ruolo che gli piacerebbe ricoprire. Comandante, primo ufficiale, assistente di volo, capocabina. Ma «in palio» ci sono anche ruoli per addetto all’aerea cargo, brand specialist, impiegato, segretaria, manager, tecnico informatico e persino grafico.

Tutti, dal primo all’ultimo, devono cimentarsi con il Provino in stile Grande Fratello. Sessanta secondi non sono molti per rispondere. Quindi conta la capacità di saper essere precisi, centrare il bersaglio e non perdersi in chiacchiere. C’è chi, tra i veterani, ha tagliato corto: «Sono vent’anni che sto alla cloche, non ho nulla da dimostrare ma da mostrare». E ha fatto inquadrare dalla telecamera i brevetti rilasciati per Airbus e Boeing di Alitalia. Poi si è rituffato nel video-percorso «Seconde te quali sono le caratteristiche che rendono una squadra vincente?», è la quarta domanda.

Per i giovani è sicuramente un’iniziativa insolita e interessante con cui cimentarsi ma non pochi ex dipendenti Alitalia, pare, non siano affatto soddisfatti. «Non abbiamo neppure inviato la richiesta per la selezione», scuotono la testa, deluse, le hostess che ieri si sono ritrovate al sit-in in via dell’Arte, di fronte alla sede di Ita. E oggi torneranno a manifestare in piazza San Silvestro, a due passi da Palazzo Chigi, e all’aeroporto di Fiumicino.

Per i dirigenti di altre aziende in cerca di riposizionamento il Provino è invece un’opportunità. In Ita ci sono da ricoprire diversi ruoli di responsabilità. Per la tesoreria, la sicurezza sul lavoro, il marketing, le operazioni di volo. Ruolo strategico sarà quello riservato al manager che dovrà gestire la cyber-security in un mondo dove gli hacker riescono ad entrare nelle banche dati di imprese e istituzioni. Da gestire ci sono nomi, cognomi, indirizzi, numeri di telefono, tratte effettuate, carte di credito dei viaggiatori. Un bottino ricco per qualsiasi pirata informatico. Dati da rivendere a peso d’oro sul «dark web». Soprattutto per un’azienda che punta molto sul sito Internet per vendere biglietti la sicurezza informatica non può avere falle. E, giurano, ci sarà molta cura nello scegliere le persone che si occuperanno di questo delicato settore.

«Quali sono le abilità che vorresti sviluppare nel prossimo futuro?», è l’inquadratura successiva per potersi imbarcare su Ita. I candidati si impegnano. Si fanno belli per il Provino. Sorridono, cercano di essere spigliati, accattivanti, esuberanti ma non troppo per l’(Ita)lia che verrà. Essere sopra le righe non va bene. Qualcuno sfodera numeri, tanto per far sapere che ha studiato la storia di Alitalia, in volo dal 5 maggio 1947. Ma fondata un anno prima, il 16 settembre 1946 nell’Italia che rinasceva dalla guerra. Ita è l’erede di Alitalia anche se di fatto è una nuova società. Conoscere un po’ di storia non guasta. Ciascuno s’ingegna come può. I candidati cercano di salire ad ogni costo su quei 52 aerei con cui decollerà la nuova compagnia. Che diventeranno 78 nel 2022 e 105 entro il 2025. Come pubblicizza Ita nel tentativo di sedare rivolte e far capire che, prima o poi, tutti torneranno a volare. Esclusi rinunciatari, delusi e pensionati che nel frattempo avranno maturato i requisiti per l’Inps. «Gli ex dipendenti hanno le carte in regola per volare, non devono fare selezioni, devono passare nella nuova società», sottolinea Antonio Amoroso, segretario nazionale Cub Trasporti.

Le selezioni intanto proseguono. Ci sono migliaia di video da esaminare, valutare, promuovere oppure bocciare. Non mancano provini fatti in inglese, francese e arabo. Conoscere le lingue è materia prima nel mondo dell’aria. Nella vecchia Alitalia spesso faceva la differenza per essere assunti. E potrebbe farla anche ora. Gli scali di Fiumicino e Linate saranno le basi principali di Ita. Per questo i selezionatori dicono subito (e chiaro) che cercano lavoratori che risiedano nel Lazio e in Lombardia.

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