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Terza dose? Prima vacciniamo i paesi poveri. Matteo Bassetti predica cautela: aspettiamo il 2022

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“Sono d’accordo con la Fda”. Matteo Bassetti, direttore Clinica Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, ha applaudito la decisione della agenzia americana che ha deciso di dire no alla terza dose di vaccino anti-Covid per tutti, riservando la nuova iniezione solo agli over 65, ai vulnerabili, agli operatori sanitari e altri soggetti ad alto rischio di esposizione professionale. Il ‘verdetto’ del panel di esperti della Food and drug administration statunitense e la sua decisione sul vaccino Pfizer, afferma Bassetti, “mi trova d’accordo. La Fda ha espresso un principio assolutamente condivisibile cioè che la terza dose va fatta entro l’anno solo a chi si presume o si sa che non ha risposto alla vaccinazione, quindi i fragili. Per tutti gli altri non corriamo. Con il nuovo anno potremmo capire, in base ai dati delle sperimentazioni, se la dose di richiamo sarà da fare una volta all’anno, come io credo, oppure se farla più avanti o addirittura se per qualcuno non sarà necessaria”.

 

 

“Se è verosimile pensare che una terza dose possa aiutare a rispondere meglio i soggetti vulnerabili, soprattutto nei confronti della variante Delta - sostiene Bassetti all’Adnkronos - per tutti gli altri credo che bisognerà attendere, anche per capire quando e con quale vaccino farla, se con lo stesso vaccino, con un vaccino diverso o con nuovi vaccini che arriveranno. È tutto in divenire per il momento”. “Ma - l’avvertimento dell’infettivologo - non dimentichiamoci che prima di pensare alle terze dose generalizzate, bisogna pensare alle prime dosi per tutti gli altri paesi, perché l’obiettivo da porci è avere, entro ottobre 2022, almeno 5-6 miliardi di persone vaccinate nel mondo. Solo quando anche gli altri paesi non ricchi potranno vaccinarsi, si uscirà definitivamente dalla pandemia. Questo vorrà dire veramente aver vinto la battaglia”.

 

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