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Gioie e dolori per Luigi Brugnaro dai suoi terreni a Venezia

Andrea Giacobino
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L’area immobiliare veneziana dei «Pili», oggetto di molte recenti forti accuse di conflitto d’interessi mosse da diverse forze politiche a Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia e co-fondatore con Giovanni Toti di «Coraggio Italia», vale almeno 70 milioni di euro in più secondo lo stesso proprietario. La dimostrazione che l’area in oggetto ha un apprezzamento potenziale del suo valore del 366% alla luce dei progetti di sviluppo della stessa area contenuti nel Piano Urbano di Mobilità Sostenibile (PUMS) varato dalla stessa giunta Brugnaro, è contenuta nel bilancio consolidato 2020 della Lb Holding, che fa capo al «blind trust» varato da Brugnaro quando scese in politica nel 2017 per separare i suoi interessi economici. La voce del bilancio è quella che riguarda le «immobilizzazioni materiali», cioè fabbricati e terreni, che a fine del 2019 aveva un valore di 86,3 milioni salito a 158,7 milioni a fine dello scorso anno. Al netto degli ammortamenti la stessa voce è passata da 64,8 a quasi 149 milioni. Perché questo miglioramento di oltre il 360%?

 

 

La nota integrativa spiega che Lb Holding controlla la Veneto Immobiliare che a sua volta controlla due società immobiliari, la Porta di Venezia Spa al 93,9% e la Salviati srl. Ma mentre la seconda possiede solo un immobile a Murano, la prima è quella fortunata perché proprietaria dei terreni dell’immobile «Isolotti Lagunari» a Venezia, località Forte Marghera, zona Pili, acquistati negli anni scorsi. Quelle proprietà in carico a 14,6 milioni nel bilancio 2019, sono state rivalutate nel bilancio dello scorso anno per complessivi 72,9 milioni, di cui 70,3 milioni inerenti proprio i terreni dei «Pili». La nota integrativa riporta che la rivalutazione è stata «effettuata mediante apposita perizia di stima» ai sensi del dl 14 agosto del 2020, cioè il famoso Decreto Agosto varato dal governo di Giuseppe Conte. Quali sono le banche che finanziano i business di Brugnaro? Spicca la ex banca «rossa» e oggi banca pubblica Monte di Paschi di Siena (15 milioni di erogato), seguita da Intesa Sanpaolo (14 milioni), Crédit Agricole Friuladria (12,5 milioni) e Bper (7,5 milioni).

 

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