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Otto e mezzo, lite sul Green pass. E Massimo Cacciari reagisce male con Lilli Gruber

Giada Oricchio
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Incontenibile Massimo Cacciari: “Basta non ce la faccio più”. Il filosofo, ospite nella puntata di mercoledì 15 settembre a “Otto e Mezzo”, il programma di LA7, ne ha avuto per tutti: dal green pass al disconoscimento del direttore del “DomaniStefano Feltri fino a Lilli Gruber. Sull’obbligo vaccinale, Cacciari sottolinea che occorrerà una legge specifica perché la Costituzione è chiara: “Se si farà una legge verrà meno l’ipocrisia che il green pass è un atto volontario quando di fatto è obbligatorio. Secondo me rimangono serissimi dubbi costituzionali. Devono fare una legge e assumersi tutte le responsabilità delle conseguenze sull’assunzione di un farmaco”.

Le critiche di Feltri agli intellettuali che parlano troppo suscita la reazione piccata del pensatore veneto: “Non la conosco, non ci siamo mai incontrati. Basta che legga il sottopancia? Eh scusi, proprio non so chi sia” e il direttore replica: “Non è vero, l’ho perfino chiamata per scrivere sul mio giornale. Lei sa chi sono io e io so chi è lei”.

Cacciari, molto risentito per l’illazione sulla sua incompetenza, rivendica la carriera e la profonda conoscenza della filosofia del diritto. Poi si altera e puntualizza: “Dire che noi siamo perfettamente informati è risibile. Basta vedere come informano le big pharma che cambiano bugiardini ogni settimana! Manca una corretta informazione. Io mi sono informato sui rischi che correvo e mi sono liberamente vaccinato. Un governo autorevole poteva andare in questa direzione, il problema è che non è autorevole per niente perché se lo fosse farebbe il consenso informato. L’Aifa (Agenzia italiana del Farmaco, nda) ha trasmesso ad agosto dati contraddittori a detta del suo Presidente! Non è corretto obbligare le persone a vaccinarsi in queste condizioni!”.

Una serata complicata per Lilli Gruber che dopo aver riportato la calma tra Cacciari e Feltri, è costretta a mettere fine anche al secondo round, quello tra Cacciari e il giornalista Luca Telese. Il pensatore sbotta con la conduttrice: “Non mi si vuol capire, basta! Passiamo oltre. Parlate di tanta informazione, ma quale? Basta vedere cosa hanno fatto su AstraZeneca. Quali sono i dati? Quanti vanno in rianimazione, quanti crepano? C'è un database che spiega cosa succede ai vaccinati? L’informazione riguarda solo che il vaccino è efficace”.

Cacciari ne fa una questione di principi e di tutela dello Stato di diritto dove le leggi non possono essere spezzate e piegate in base a esigenze contingenti, ma i giornalisti in studio dissentono da questa linea, lo smentiscono con altri dati e sottolineano che viviamo in una situazione di emergenza assoluta. Telese osserva: “Ma se la pensa così perché si è vaccinato?” e il filosofo esplode: “Ma cosa c’entra?! Cosa vuol sentirmi dire?! Io dico quello che voglio, non quello che vuole lei… ooohhh”.

Lilli Gruber prova a interromperli, sbuffa, alza la voce, stoppa con le mani e invita tutti al silenzio. Ma sulla sua ultima domanda si consuma la tragicommedia. “Che ne pensa del paragone di Stefano Feltri sul paragone evasori vaccinali come evasori fiscali?” chiede Gruber e Cacciari con aria sconsolata e affranta, scuote la testa, chiude gli occhi, si tiene il viso con una mano, resta in silenzio e infine si rianima: “Ho esaurito le mie capacità. No basta! Tanto è un’emergenza perenne visto che le ondate si succedono. Quando il governo pensa che possa cessare? Lo Stato di emergenza perenne diventa Stato di eccezione che significa la sospensione delle garanzie costituzionali. Quali sono i criteri in cui lo Stato decide che l’emergenza è perenne o è finita?”. Ma anche il tempo è un’emergenza (da palinsesto) e Lilli Gruber chiude. A fatica, ma chiude.

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