caso diplomatico
Il nonno è la persona più vicina, Sgarbi spiazza tutti sul rapimento di Eitan
Vittorio Sgarbi spiazza tutti a “Morning News”, martedì 14 settembre. Il critico d’arte è ospite del talk show mattutino di Canale 5, condotto da Simona Branchetti, per intervenire sul caso del piccolo Eitan. Il bimbo di 6 anni, sopravvissuto al crollo della funivia del Mottarone, affidato dal tribunale alla zia paterna, che è stato portato in Israele con un volo privato dal nonno. Al momento sia il nonno che la nonna sono indagati dalla procura per sequestro di persona.
Sgarbi esordisce così: “Intanto il tribunale che affida a una zia è un tribunale italiano di quelli che in molte occasioni, almeno nel 50% sbagliano, condannano innocenti, affidano i bambini ai padri invece che alle madri. Non sarei dalla parte della zia a priori perché il bambino aveva dei genitori che sono morti, la persona più vicina al bambino non è la zia ma il nonno che è il padre dei genitori”. “Che il giudice abbia stabilito l’Italia perché in Italia c’era la zia è cosa lecita dal punto di vista dei confini. Dal punto di vista degli affetti, che non hanno confini, non è stabilito che il nonno non avesse un rapporto privilegiato. Non sono convito che il nonno sia meno significativo della zia”, prosegue l’ospite.
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Poco dopo i toni si accendono e Sgarbi critica la trasmissione: “Se partiamo dall'idea che il nonno è delinquente, che voi avete largamente ipotizzato anche con i dati della condanna della moglie, allora questa conversazione è a senso unico: è un delinquente che approfitta del nipote e dell'assicurazione per avere un vantaggio”. Secondo il critico d’arte ci sarebbe un’altra ipotesi, ovvero: “Il nonno interpreta un’idea dei genitori basata sul fatto che l’Italia sia un paese meno sicuro di Israele che è il paese più civile del mondo. Guardando anche i loro nomi non mi sembrano italiani ma ebrei e allora che la civiltà ebraica in Italia veda in Israele la propria vera patria è cosa in cui io credo”.
La conduttrice insorge: “Vittorio ma Eitan era già in Italia, era iscritto a una scuola di Pavia”. Sgarbi si infuria: “Ma allora non mi capisci? Che sia in Italia non vuol dire niente. Una persona che è in Italia può avere la propria nazione in Israele. Siete talmente sbilanciati nei confronti del nonno…”. La Branchetti ribatte: “No, no, noi stiamo riportando i fatti che attengono alla figura di questa persona”. Il critico d’arte si infuria: “In un paese come Israele forse la funivia non crollava. La funivia è crollata per insufficiente garanzia dell'autorità italiana. Quindi che si possa dubitare dell'Italia, se il nonno è in buona fede, credo che si possa dire. Dovete dire tutti la stessa cosa? Io non dico mai la stessa cosa, dico quel che penso. Se poi è un criminale stabiliranno che è un criminale”.